AT 4,32-35; 1GV 5,1-6; GV 20,19-31
Da qualche anno la 2a domenica di Pasqua è diventata, per l’esattezza dal giorno in cui S.Giovanni Paolo II l’ha istituita, la domenica della festa della Divina Misericordia. Una domenica pasquale in cui la chiesa fa festa al mistero dell’attributo più profondo di Dio: il suo essere amore misericordioso. In realtà l’istituzione è di volontà divina. Il nostro mai dimenticato papa Giovanni Paolo II ha solo creduto e obbedito a quanto rivelato dal Signore Gesù a Sr. Maria Faustina Kowalska del SS.mo Sacramento, una mistica polacca vissuta a cavallo tra la 1a e la 2a guerra mondiale divenuta depositaria di uno dei messaggi più belli che Dio potesse consegnare ad un essere umano, naturalmente, in piena sintonia con il Vangelo e l’insegnamento magisteriale della chiesa. Sr. Maria Faustina ha ricevuto in dono di vedere il Signore come nell’immagine (molto conosciuta e diffusa) qui sopra postata. Lui stesso le ha chiesto esplicitamente, il 22 febbraio del 1931, di far dipingere una immagine di come le era concesso di vederlo, promettendo grandi grazie a chi con fede l’avesse diffusa e fatta venerare nella preghiera: “Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto la scritta: Gesù confido in te! Desidero che quest’immagine venga venerata prima nella vostra cappella e poi nel mondo intero. Prometto che l’anima che venererà questa immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell’ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come mia propria gloria…Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia”. Cosa le è costato promuoverla e farla realizzare, testimoniando il grande messaggio ricevuto negli intimi colloqui con il Signore, ve lo lascio soltanto immaginare rimandando agli scritti raccolti nel suo Diario, la misericordia divina nella mia anima, Libreria Editrice Vaticana.
Vi confesso che i miei primi timidissimi passi di ritorno al Signore, nell’arco degli anni 1987-1988, sono stati marcati dalla graduale conoscenza del messaggio consegnato a questa donna consacrata e da quest’immagine del Signore Gesù che ci viene incontro con la mano destra alzata nell’atto di benedirci e la mano sinistra appoggiata sul petto indicante il suo cuore. Ancora oggi questa immagine è intronizzata nella mia stanza. Da allora non mi sono più staccato da essa. Il perché, lo lascio dire ad alcuni brani scelti dal Diario della santa, cominciando dalle sublimi parole che hanno marcato pure gli inizi del mio ministero sacerdotale: “Desidero che i sacerdoti annuncino la mia grande Misericordia per le anime dei peccatori. Il peccatore non deve avere paura di avvicinarsi a me; le fiamme della mia Misericordia mi divorano, voglio riversarle sulle anime degli uomini. La sfiducia delle anime mi strazia le viscere. Ancora di più mi addolora la sfiducia delle anime consacrate. Nonostante il mio inesauribile amore non hanno fiducia in Me. Nemmeno la mia morte è stata sufficiente per loro…Figlia mia, dì al mondo intero che sono l’amore e la Misericordia in persona. Le anime che diffondono il culto della mia Misericordia le proteggo per tutta la vita come una tenera madre protegge il suo bimbo ancora lattante, e nell’ora della morte non sarò per loro giudice, ma salvatore misericordioso. In quell’ultima ora, felice l’anima che durante la vita si è immersa nella sorgente della Misericordia, poiché la giustizia non la raggiungerà. Scrivi: tutto ciò che esiste è racchiuso nelle viscere della mia Misericordia più profondamente di un bimbo nel grembo materno. Quanto dolorosamente mi ferisce la diffidenza verso la mia bontà! I peccati di sfiducia sono quelli che mi feriscono nella maniera più dolorosa!”. E ancora: “Desidero la fiducia dalle mie creature. Esorta le anime ad una grande fiducia nella mia insondabile Misericordia. L’anima peccatrice non abbia paura di accostarsi a me, ed anche se avesse più peccati di quanti granelli di sabbia ci sono sulla terra, tutto sprofonderà nell’abisso della mia Misericordia!…Scrivi che quanto più grande è la miseria di un’ anima, tanto maggiore è il suo diritto alla mia Misericordia…Di alle anime dove debbono cercare le consolazioni, cioè nel tribunale della Misericordia: lì avvengono i più grandi miracoli che si ripetono continuamente. Per ottenere questo miracolo non occorre fare pellegrinaggi in terre lontane né celebrare solenni riti esteriori, ma basta mettersi con fede ai piedi di un mio rappresentante confessandogli la propria miseria, ed il miracolo della Divina Misericordia si manifesterà in tutta la sua pienezza. Scrivi che anche se un’anima fosse come un cadavere in processo di decomposizione ed umanamente non ci fosse alcuna possibilità di risurrezione e tutto sembrasse perduto, non sarebbe così per Dio: un miracolo della Divina Misericordia risusciterà quest’anima in tutta la sua pienezza. Infelici coloro che non ne approfittano!”.
Sono solo alcune delle meravigliose parole rivolte dal Signore a santa Maria Faustina. Come commentarle? Cos’altro aggiungere? Cosa potrebbe o dovrebbe ancora dirci per convincerci di quanto siamo amati? Eppure il Vangelo ci fa capire che la nostra fragile umanità non si apre facilmente all’annuncio che proviene dalla sua passione, morte e resurrezione d’amore. Lo dicevamo qualche domenica fa, siamo un po strani: facciamo più fatica a lasciarci amare che ad amare, anzi, tutti gli episodi evangelici che narrano l’evento della resurrezione ci evidenziano una misteriosa paura di essere amati dal Risorto.
Tommaso non si lascia contagiare dalla gioia che poco a poco ha sostituito la paura nei suoi fratelli, ma vi si oppone dicendo: “se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e non metto il mio dito nel segno dei chiodi…” (Gv 20,25). Tommaso non ha amore e fede sufficiente in sé per credere, e non potrebbe essere altrimenti, ma in tutta sincerità viene fuori allo scoperto. In realtà, quando facciamo venire allo scoperto chi siamo e cosa veramente sentiamo, diventiamo un grido di preghiera, attiriamo la Misericordia Divina a soccorrerci e a compiere in noi, ancora una volta, il miracolo di tutti miracoli: “mio Signore e mio Dio!..” (Gv 20,28) ovvero a generare in noi, “la vittoria che vince il mondo: la nostra fede” (1Gv 5,4). Nel luogo delle piaghe del corpo di Gesù, Tommaso voleva metterci il dito. Il Signore gli viene incontro invitandolo a mettercelo. Anche noi siamo invitati a tendere la nostra mano e a mettere il nostro dito lì, nel posto dove Lui si fa toccare e dove noi veniamo toccati da Lui: miseria e Misericordia, faccia a faccia, possono vivere insieme felici!
BUONA FESTA DELLA MISERICORDIA A TUTTI!
**********************************************************************
Come sempre un profondo seme gettato su cui riflettere.
In fondo in fondo tutti credo, o almeno io sicuramente, siamo o siamo stati un pò Pietro e/o un pò Tommaso.
Queste tue riflessioni, carissimo Giacomo, mi alleggeriscono l’anima e mi sollevano lo spirito perchè ci donano la gioia, l’amore e la tenerezza che vengono da Gesù. Grazie!!!!
"Mi piace""Mi piace"
Ciao M.Luisa! Grazie per le tue parole! Grazie per la tua fede! Un abbraccio fraterno!
"Mi piace""Mi piace"
Il mistero ci attira ancora una volta.
“Se diventiamo un grido di preghiera, attiriamo la Misericordia Divina
e veramente veniamo allo scoperto;
” mio Signore e mio Dio”(Gv20,28)”
Eternità beata,
acqua sangue di Cristo Signore;
amore che ama d’essere amato,
cuore di Cristo donato a noi per sempre.
T’abbiamo cercato,
abbiamo sofferto,
desideriamo raggiungerti.
Se accogliessimo la misericordia di Dio, le prove( croci)
diventerebbero passaggi preziosi di vera Risurrezione.
grazie dei saluti p.Giacomo, tutta la mia famiglia ricambia con affetto.
BUONA FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA
"Mi piace""Mi piace"
Grazie a te di questo breve ma denso e bel commento!!!! Ciao Rosy!!!!
"Mi piace""Mi piace"
Il miracolo della Misericordia è forse il miracolo per eccellenza, il miracolo dei miracoli.È l’ennesima lezione di vita che Gesù ci concede: “quanto più grande è la miseria di un’anima quanto più grande è il suo diritto alla Misericordia”.E questo ci spiazza ancora una volta, come ha spiazzato il fratello del Figliol Prodigo!Chi siamo noi per giudicare gli altri?Come possiamo sapere cosa passa nell’anima di chi è vicino o lontano?Cosa sappiamo del dialogo ” finale” con il Padre, di un’anima che sta lasciando questa terra?Tutto questo mi fa pentire per tutte le volte che ho giudicato, che mi sono sentita “superiore” perché ho avuto la fortuna di ricevere l’annuncio e mi fa sentire estremamente piccola di fronte alla Potenza del Padre.
"Mi piace""Mi piace"
Condivido il tuo pensiero, cara Maria Chiara Bassi
"Mi piace""Mi piace"
Mi unisco a questo desiderio di pentimento difronte alla grandezza e alla potenza della Misericordia Divina: anche io ho giudicato tante volte….
"Mi piace""Mi piace"
Grazie per queste meravigliose perle ché ci doni !Ogni volta che senti l’orologio battere le tre, ricordati di immergerti nella mia misericordia .adorandola ed esaltandola, invoca la sua onnipotenza per il mondo intero e specialmente per i poveri peccatori, poiché fu in quell’ora che venne spalancata per ogni anima. È un’ora di grande misericordia per il mondo intero
"Mi piace""Mi piace"
Ciao M.Antonia, grazie di avermelo ricordato….
"Mi piace""Mi piace"