PERCHÉ QUESTO BLOG?

 

“In principio, era la Parola” (Gv 1,1)

 

In principio, fu tutta una questione di seduzione. Perché di Dio e delle sue parole, da sé stesso, non si era mai occupato né interessato. Poi, chissà perchè, il Cielo fece la sua mossa: scacco matto! Aveva circa 21 anni. Uno smarrimento generale e una fame della Parola di Dio mai avvertita. Sì, perché “i cieli e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno mai” (Mt 24,35). Perché il libro delle sue parole gli ha già riempito le viscere di tante amarezze, ma è sempre dolce come il miele al suo palato (Ap 10,9-10). Perché la Parola di Dio è per lui come un fuoco divorante sempre acceso (Eb 12,29) che tante volte si sforza di contenere, senza mai riuscirci (Ger 20,9). Perché dopo circa 28 anni di cammino, gli bruciano ancora dentro il cuore le parole che si trovano nel Vangelo di Luca ai capitoli 14-15, il Vangelo con cui il Signore è andato a cercarlo: quello è il suo vero indirizzo abitativo, lì Giacomo risiede ed è sempre di casa! Correva l’anno 1987 e dopo alcuni anni di giovinezza “lontana” da Lui, provò nella sua stessa carne a cosa si riferisse il profeta nel dire: “quando le sue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la sua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore” (Ger 15,16).

Pescatore di frodo nella Bibbia perchè senza licenza, si è sentito interpellato da più parti nel corso degli anni. Infatti, la predicazione della parola di Dio nei momenti più ordinari, così come in spazi straordinari, lo ha portato nel 2015, dopo tante esterne insistenze (ed altrettante interne incertezze), ad accettare di entrare nel web con questo blog personale dal nome “Predicatelo sui tetti”, dove (per ora) commenta il vangelo della domenica. La predicazione della Parola e l’accompagnamento spirituale delle persone sono la dimensione del ministero sacerdotale che lo occupa maggiormente. Per questo servizio  è disponibile anche fuori della sua diocesi di appartenenza. Intendiamoci, non è che invitarlo per una predicazione sia sicuramente una buona scelta. Infatti, c’è quasi sempre qualche problema che lo accompagna quando predica. In genere succede che mentre parla, l’uditorio si spacca in due. Avviene più o meno come quella volta in una città della Lomellina, dove fu chiamato a celebrare una messa per dare una testimonianza personale (era rientrato da poco dalla missione in Perù). Alla fine di quella celebrazione, nella sacrestia, il parroco con una certa fretta lo rimbrottò per il tempo che si era concesso: “la prossima volta avvisami che mi organizzo meglio la domenica, tu sai che noi preti abbiamo sempre tanto da fare…” Ma, appena uscito dalla porta di quell’ambiente, gli venne incontro un anziano alla testa di una fila di persone che lo attendevano alquanto stupiti. Quell’uomo voleva ringraziarlo con gli altri, voleva dirgli che non aveva mai compreso il vangelo di quella domenica e che, dopo averlo ascoltato, finalmente gli pareva di conoscere meglio il Signore con grande sua consolazione. Probabilmente avevano ragione entrambi, sia il parroco che l’anziano parrocchiano. Dunque, meglio pensarci un po’ prima di invitarlo!