V DOMENICA DEL T.O.
Is 6,1-2a.3-8; 1Cor 15,3-8.11; Lc 5,1-11
Quando Gesù tirò fuori nella sinagoga di Nazareth i due episodi della storia di Elia ed Eliseo profeti, il cuore dei suoi uditori si sarebbe potuto aprire al messaggio che percorre tutta la Scrittura: Dio è il padre amorevole e misericordioso di ogni essere umano, soprattutto del più lontano geograficamente, sociologicamente, culturalmente, moralmente e spiritualmente. La parola di Gesù ha il potere di far venire a galla quello che c’è dentro il cuore di ognuno. Gesù conosceva tutti, non aveva bisogno che qualcuno gli dicesse qualcosa di un altro, Egli infatti sapeva bene quello che c’è in ogni uomo (Gv 2,24b-25). Nella sinagoga, all’udire quelle parole, tutti lo rifiutarono fino al punto da desiderare la sua morte. Come dire: Gesù, anche se sei dei nostri, tu non assecondi il Dio delle nostre accomodanti interpretazioni, il Dio che vogliamo plasmare a nostra immagine e somiglianza, perciò bisogna che tu sparisca! E’ il suo destino, annunciato da Lui stesso, e di tutti i profeti che seguono il suo tracciato.
Gesù predicava nelle sinagoghe e nelle case, in montagna e anche presso il mare. Non c’era luogo che non fosse adatto alla predicazione della Parola di Dio. Sul lago di Genesaret la folla gli faceva ressa attorno per ascoltarlo (v.2). Due barche attirano l’attenzione del Signore: i loro proprietari non lo stanno ascoltando, hanno ben altro da fare. Li si può capire: c’è una delusione da smaltire perchè non si è pescato niente quella notte. Gesù chiede una cortesia a Simone e, da come si muove, sembra quasi sapere già che quel pescatore non gliela negherà. Ora la barca di Simone è diventata una insolita cattedra (v.3). Gesù finisce di parlare alla folla. E cosa fa? Fa una proposta indecente a Pietro e compagni. Prendi il largo e calate le reti per la pesca (v.4). Signore, ma cosa stai chiedendo? Ma non lo sai che si pesca di notte e non di giorno? Non ti sembra di chiedere troppo a questi uomini tornati affaticati da una notte insonne? Sono appena rientrati frustrati dalla sterile battuta di pesca e tu proponi uscire di nuovo? Ma se hanno appena terminato di lavare accuratamente le reti! (v.2) Che fai, li prendi in giro? Quel che chiedi non è logico!…

Nel film di Franco Zeffirelli “Gesù di Nazareth”, a questo punto dell’episodio del vangelo, c’è uno spezzone sublime che ci mostra Gesù fare la sua proposta mentre fissa lo sguardo su Pietro con infinita tenerezza. Pietro invece brontola verso coloro che attorno a lui cercano di convincerlo a prestare ascolto al maestro. Poi, lentamente, si lascia avvolgere dallo sguardo di quell’improbabile profeta di turno: “e tu cos’hai da guardarmi così?” – gli chiede inizialmente. Quello sguardo posato su di lui vince la ruvidezza del suo cuore: abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti (v.5). Simone ordina di uscire nuovamente con la sua barca. Le reti si spezzano, troppi pesci, è necessario chiamarne un altra. La pesca abbondante rischia non solo di spezzare le reti, ma di far affondare anche le due barche, eppure non affondano! E’ troppo, troppo bello! Un grande stupore si sprigiona nel cuore dei pescatori che si vedono improvvisamente benedetti oltre ogni attesa! (v.9)

Ma sulla tua parola…Simone tocca con mano che la parola di quell’uomo ha un potere sconosciuto. Lui stesso aveva accettato la proposta, lui stesso gli aveva lanciato la sfida: vediamo se la tua parola mi fa pescare laddove io non ci sono riuscito!…Simon Pietro vede tutto quanto sta accadendo: un’emozione profonda e inspiegabile lo afferra dal di dentro e lo fa cadere alle ginocchia di quello strano maestro (v.8a). Non so chi tu sia, ma la tua parola ha a che fare con Dio, tu sei un uomo di Dio, lo sento, e allora: Signore, allontanati da me che sono un peccatore (v.8b). E’ la più grande scoperta fatta da Pietro, anche se non terminerà qui: Gesù si è scoperto a Pietro, Pietro ha scoperto sé stesso. Se incontri davvero il Dio vivente allora incontri la verità di te stesso. In questo incontro l’uomo non può non sentire tutta la sua indegnità, la sua inadeguatezza, la sua piccolezza. Si sente lontano da Dio oppure invita Dio ad allontanarsi da lui, che è più o meno lo stesso. E’ il disagio di Adamo raggiunto nel suo nascondino. Dove non c’è timore, stupore e senso del proprio peccato, non si sta alla presenza di Dio, ma solo di un idolo più o meno maneggevole, anche se non lo si ammette (P.Silvano Fausti).

Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini (v.10). Gesù, l’uomo che sta rivelando il volto di Dio al pescatore di Galilea, non si allontana; al contrario, con la sua parola si avvicina ancora di più a quel pescatore che si sente perduto e lontano. Perché Egli è il Dio venuto a cercare e a farsi vicino ai lontani, Colui che tutto promette e niente chiede all’uomo, se non di non aver paura di Lui. La promessa è inaudita: Pietro diventerà come il suo Signore, pescatore di uomini lontani e perduti.
************************************************
Cuando Jesús sacó afuera en la sinagoga de Nazareth los dos episodios de la historia de Elías y Elíseo profetas, el corazón de sus auditores se hubiera podido abrir al mensaje que recorre toda la Escritura: Dios es el padre amoroso y misericordioso de cada ser humano, sobretodo del más lejano geograficamente, sociológicamente, culturalmente, moralmente y espiritualmente. La palabra de Jesús tiene el poder de hacer venir a gala aquello que hay dentro del corazón de cada uno. Jesús conocía a todos, no era necesario que alguien le diga algo de otro, Él de hecho sabia bien lo que hay en cada hombre (Jn 2,24b-25). En la sinagoga, al oír esas palabras, todos lo rechazaban hasta el punto de desear su muerte. Como decir: ¡Jesús, también si eres de los nuestros, tú no sostienes al Dios de nuestras interpretaciones cómodas, al Dios que queremos plasmar a nuestra imagen y semejanza, por lo cual es necesario que tu desaparezcas! Es su destino, anunciado por Él mismo, y de todos los profetas que siguen sus pasos.
Jesús predicaba en la sinagoga y en las casas, en la montaña y también en el mar. No había lugar que no fuera apto a la predicación de la Palabra de Dios. Sobre el lago de Genesareth la gente se le ponía alrededor para escucharlo (v.2). Dos barcas atraen la atención del Señor: los propietarios no lo están escuchando, tienen otras cosas que hacer. Se les puede entender: hay una desilusión que arreglar porque no se ha pescado nada esa noche. Jesús pide una cortesía a Simón y, de como se mueve, parece casi que ya supiera que ese pescador no se lo negará. Ahora la barca de Simón se ha vuelto una insólita cátedra (v.3). Jesús termina de hablar a la gente. Y ¿que hace? Hace una propuesta indecente a Pedro y compañeros. Tomen el largo y tiren las redes para la pesca (v.4). Señor, pero ¿qué cosa estás pidiendo? ¿Pero no lo sabes que se pesca de noche y no de día? ¿No te parece que estas pidiendo demasiado a estos hombres que han regresado cansados de una noche sin dormir? ¿Pero si apenas han regresado golpeados del estéril golpe de la pesca y tu propones salir de nuevo? ¡Pero si apenas han terminado de lavar con atención las redes! (v.2) ¿Qué haces, les tomas el pelo? Lo que pides no es lógico!…
En la película de Franco Zeffirelli “Jesús de Nazareth”, a este punto del episodio del evangelio, hay un sublime corte que nos muestra a Jesús que hace su propia propuesta mientras fija la mirada sobre Pedro con infinita ternura. Pedro en cambio gruñe hacia aquellos que están alrededor de él que intentan convencerlo a dar atención al maestro. Luego, lentamente, se deja envolver de la mirada de aquél improbable profeta de turno: “y tú ¿qué tienes para mirarme así?” – le pregunta inicialmente. Aquella mirada puesta sobre él vence la rudeza de su corazón: hemos fatigado toda la noche y no hemos pescado nada; pero sobre tu palabra echaré las redes (v.5) Simón ordena salir nuevamente con su barca. Las redes se rompen, demasiados peces, pero haría hundir las dos barcas, y sin embargo no se hunden! Es demasiado, demasiado bello! Un gran asombro se libera en el corazón de los pescadores que se ven improvisadamente bendecidos mas allá de toda espera! (v.9)
Pero sobre tu palabra… Simón toca con mano que la palabra de aquél hombre tiene un poder desconocido. Él mismo había aceptado la propuesta, él mismo le había lanzado el desafió: ¡veámos si tu palabra me hace pescar allá donde yo no he logrado!… Simón Pedro ve todo lo que está sucediendo: una emoción profunda y inexplicable lo aferra desde dentro y lo hace caer de rodillas delante de aquél maestro extraño (v.8°). No se quién eres tú, pero tu palabra tiene algo que ver con Dios, tú eres un hombre de Dios, lo siento y entonces:Señor, aléjate de mi que soy un pecador (v.8b). Es el más grande descubrimiento hecho por Pedro, también si no terminará aquí: Jesús se ha descubierto a Pedro, Pedro ha descubierto así mismo. Si encuentras verdaderamente al Dios viviente entonces encuentras la verdad de ti mismo. En este encuentro el hombre no puede no sentir toda su indignidad, su inadecuación, su pequeñez. Se siente lejano de Dios o sino invita a Dios a alejarse de él, que es más o menos lo mismo. Es la incomodidad de Adán encontrado en su escondite.Donde no hay temor, estupor y sentido del propio pecado, no se está a la presencia de Dios, sino de un ídolo mas o menos manejable, también si no se admite (P. Silvano Fausti)
No temas; desde ahora en adelante serás pescador de hombres (v.10). Jesús, el hombre que esta revelando el rostro de Dios al pescador de Galilea, no se aleja; al contrario, con su palabra se acerca todavía más a aquel pescador que se siente perdido y lejano. Porque Él es el Dios que ha venido a buscar y a hacerse cercano a los lejanos, Aquél que todo promete y nada pide al hombre, sino de no tener miedo de Él. La promesa es inaudita: Pedro se volverá como su Señor, pescador de hombres lejanos y perdidos.
Vorrei complimentarmi con l’ autrice degli splendidi acquerelli che fanno da cornice alle tue riflessioni, mettendone in risalto il significato.
Tante volte abbiamo parlato nelle nostre “lectio” della dinamica della conversione ed il mio dubbio più grande, è quello che riguarda le apparenti predilezioni di Gesù nei confronti di questo piuttosto che di quell’ altro uomo.
Sono apparenti sicuramente, anche perché penso che tutti siamo continuamente chiamati da un Dio che è infinitamente misericordioso, tanto che noi con la nostra ragione umana non lo possiamo comprendere.
Forse non siamo tutti fatti per ricevere lo stesso tipo di chiamata, forse per alcuni c’è un certo progetto, altri non accetteranno mai di far salire Gesù sulla propria barca.
Mi viene in mente la parabola del seminatore e l’ esito della semina a seconda del terreno…..Una cosa è certa: ci viene lasciata libertà di scelta.
Lo stesso Paolo (Saulo) di cui parlavamo l’altra sera effettivamente ha scelto. Ho riletto in un altro modo il brano della conversione di S.Paolo, grazie alle tue spiegazioni e alle riflessioni degli amici : pensavo che fosse stato un forte intervento di Dio a provocare lo scossone che ha portato Paolo a convertirsi, ma forse le cose sono andate diversamente: la luce intensa che ha avvolto Saulo è probabilmente stata l’ improvvisa presa di coscienza del proprio peccato…la luce non può essere qualcosa di negativo, ma mette a nudo, fa vedere anche i più piccoli particolari, la polvere sull’ anima…quindi non ha provocato la caduta a terra di Saulo, ma forse è stato lui stesso che sentendosi indegno e inadeguato, ha finalmente “toccato la terra”, scendendo da quel suo piedistallo di orgoglio e onnipotenza.
Lo stesso è capitato al pescatore Pietro: quando si è reso conto di aver dubitato di Gesù, si vergognava persino a stargli vicino, sì, perché se lo riconosciamo Gesù ci ricolma di talmente tanti beni che è ovvio che ci sentiamo impossibilitati a ricambiare.Allora riconosceremo tutto quello che abbiamo, non quello che ci manca, come quel coraggioso papà che stimo tanto che nonostante abbia perso tragicamente il proprio figlio, illuminato dalla luce riconosce tutto ciò che gli è stato donato, non ciò che gli manca.
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Chiara! Che bello mettere al centro la Parola di Gesù, nei nostri incontri di giovedì come qui!…Quante cose nuove o sfumature diverse nell’ascoltarti! Parafrasando il best-seller o film tratto, direi che si colgono “Infinite sfumature di luce” leggendo e meditando il vangelo….
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Giacomo per questa riflessione perchè dá speranza!
La speranza che mi dá è quella che Lui arrivi a pescare dove non arrivo io, e credo che l’unica richiesta che ci fa sia quella di mostrargli la nostra inadeguatezza per poterla colmare.
"Mi piace""Mi piace"
La tua speranza è anche la mia Giova, e tu sai perché…
"Mi piace""Mi piace"
Frisina, grande autore e compositore di musica sacra è compositore anche del canto dal titolo Non temere, è uno dei miei canti preferiti,
le parole del testo affermano così: non temere Giuseppe, non temere Maria, non temere Pietro, no, non temere se il Signore ha scelto la tua fede povera, per convincere il mondo.
Nella liturgia di questa V Domenica del T. ordinario, la figura che emerge, è proprio quella di Pietro. Cosa fa Gesù per convincere Pietro a lasciare tutto per seguirlo? Pietro forse non capisce, è preso dal suo lavoro, dalla sua performance, non vuole rinunciare ad avere le sue credenziali.
Poi cosa succede, cosa cambia in Pietro?
Gesù non darà un altro ruolo a Pietro, farà di lui come dici tu p.Giacomo, ancora un pescatore,” un altro maestro”, anche se traditore e peccatore.
Anche S.Agostino, uomo di Dio è prima peccatore, ma Gesù lo attira a lui e lo trasforma con la sua grazia..” Tardi ti amai , Bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai! Sì perchè tu eri dentro di me e io fuori”.( Confess.).
Continuando nel Vangelo di questa domenica a Pietro sorpreso dalla grande pesca Gesù dirà, non temere…,perchè grande sarà l’abbondanza
per chi nonostante le fragilità saprà camminare ancora nelle periferie per incontrare Cristo e i lontani.
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Rosy!
"Mi piace""Mi piace"