1a DOMENICA DI QUARESIMA
anno C (2022)
Dt 26,4-10; Rm 10,8-13; Lc 4,1-13
Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
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Mi sembra che dal vangelo di domenica scorsa sia uscito un salutare monito per tutti quelli che vogliono essere discepoli del Signore: attenzione a trascurare la vita interiore. Infatti, si può camminare nella vita totalmente ciechi su quanto accade nel proprio cuore, perché oltremodo occupati a scoprire ed evidenziare il male negli altri, cioè al di fuori di sé. È il pericolo sempre incombente dell’ipocrisia. Lì Gesù ci ha offerto un primo criterio generale di discernimento per vagliare il cuore, ma è soprattutto nel brano evangelico di oggi che si offrono al discepolo dei criteri fondamentali per essere ben preparati come il proprio maestro (Lc 6,40). Infatti la vita, per noi cristiani, è sostanzialmente preparazione e lotta contro il male. Gesù spinto dallo Spirito nel deserto per essere sottoposto alla prova dopo 40 giorni di “allenamento”, è un’icona della faticosa storia che ciascuno deve assumere nella prospettiva di ciò che la vita ci riserva da compiere. Notate bene: è lo Spirito che spinge verso il deserto. È lo Spirito che spinge alla sobrietà della vita, cioè sgombrare la nostra esistenza da ciò che impedisce di lottare contro il male. Chi vuole lasciarsi guidare dallo Spirito ha già qui un criterio per verificare la sincerità delle sue intenzioni: non si evita, ma si affronta la fatica del cammino spirituale, senza lamentarsene.
Cosa fa lo spirito del male per distogliere il Signore e il suo discepolo dalla propria strada? Osserviamo le potenti suggestioni messe in campo per far cambiare l’interpretazione da dare alla nostra vita. Nella 1a tentazione è come se il diavolo dicesse: “la vita è nel pane materiale. Se dunque agguanti il benessere economico sei a posto: sarai felice, perché se non ti manca il pane non ti manca nulla”. Nella 2a tentazione è come se il diavolo dicesse ancora: “la vita è avere/godere del potere e della gloria umani che io do a chi voglio, ovvero solo a chi è disposto ad adorarmi come suo dio”. La 3a tentazione, la più sottile, nel vangelo di Luca è significativamente invertita nella sequenza rispetto al racconto che ne fa Matteo. Qui è come se il diavolo dicesse: “la vita è nel saper stare al vertice. La realizzazione personale, cioè prestigio e successo, è ciò che dà la vita all’uomo, anche se al prezzo di manipolare gli altri e le cose sacre a proprio vantaggio, pur di raggiungere l’obiettivo”. Notate come il testo evidenzi l’ambiente religioso in cui il diavolo colloca Gesù (il tempio di Gerusalemme), e come lo spinga a compiere un miracolo per autopromuoversi, lasciando tutti a bocca aperta (Lc 4,9-11).
Come combatte Gesù contro queste tentazioni? Ribatte alle proposte dicendo sempre “sta scritto”. Il che significa che i suoi occhi sono sempre sulla parola di Dio, che la forza nella sua debolezza è nella parola di Dio, che suo scudo difensivo è obbedire alla parola di Dio, che la sua fiducia è tutta nella parola di Dio. Alla luce di questo vangelo, il tempo di quaresima in cui siamo entrati si configura come un forte appello a recuperare un ascolto serio e appassionato della parola del Signore che vive nella bibbia. Perché la sorgente della vita per noi è Dio: non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio (Dt 8,3). Inoltre, siccome anche il diavolo conosce le scritture, è evidente che questo ascolto personale deve farsi comunitario per non cadere nelle sue trappole. Infatti, mentre satana manipola la parola di Dio per certificare, mascherare e rendere più attrattiva la tentazione, per il discepolo invece la parola di Dio è l’arma per smascherare le sue trame e superare le sue suggestioni. Tuttavia, per portare avanti questo combattimento, dovrà sempre avere come riferimento il discernimento della chiesa. Da soli non si vince il demonio. Perché l’ascolto della parola di Dio non risulti sterile nella lotta contro il male, il riferimento ecclesiale è importantissimo. Fratelli, sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura va soggetta a privata spiegazione (2Pt 1,20).
Il tempo quaresimale che stiamo vivendo è inserito in una crisi epocale che sta facendo tremare i fondamenti dell’esistenza. Dopo la grande pandemia, una guerra a noi molto vicina oggi minaccia la stabilità e la sicurezza della stessa vita sul pianeta. Ma al discepolo di Cristo questi grandi prove che si abbattono sulla terra non sono ignote. Tutta la storia è per i cristiani un concentrato di vicende in cui si alternano le luci e le ombre dell’uomo nella lotta del bene con il male, sempre da attualizzare. La storia insegna che il male si annida sempre nella tentazione adamitica-primordiale di camminare nella scelta di un altro progetto rispetto a quello indicato da Dio. Quand’anche l’uomo progettasse un bene per sé ma senza coinvolgere Dio, alla fine si rende strumento del male. La vittoria di Gesù sulle tentazioni è allora il superamento della possibilità di un (falso) progetto alternativo di vita e salvezza che gli si offriva. La sua fedeltà al progetto di Dio, che non fa evitare, ma implica la croce, ci assicura che se lottiamo anche noi su questa strada, alla lunga beneficeremo della sua vittoria: nessuno può attraversare il mare del proprio secolo se non è portato dalla croce di Cristo (S.Agostino).
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PREPARARSE, LUCHAR, HACERSE LLEVAR
Me parece que del Evangelio del domingo pasado haya salido una saludable advertencia para todos aquellos que desean ser discípulos del Señor: atención con descuidar la vida interior. De hecho, se puede caminar en la vida totalmente ciegos sobre lo que sucede en el propio corazón, porque sumamente ocupados en descubrir y evidenciar el mal en los demás, o sea fuera de nosotros mismos. Es el peligro siempre inminente de la hipocresía. Allí Jesús nos ha ofrecido un primer criterio general de discernimiento para examinar el corazón, pero es sobre todo en el texto evangélico de hoy que se ofrecen al discípulo los criterios fundamentales para estar bien preparados como el propio maestro (Lc 6,40). Jesús empujado por el Espíritu en el desierto para ser sometido a la prueba después de 40 días de “entrenamiento”, es un icono de la fatigosa historia que cada uno debe asumir en la prospectiva de lo que la vida nos reserva para cumplir. Noten bien: es el Espíritu que empuja hacia el desierto. Es el Espíritu que empuja a la sobriedad de la vida, o sea limpiar nuestra existencia de lo que impide luchar contra el mal. Quien quiere dejarse guiar por el Espíritu tiene ya aquí un criterio para verificar la sinceridad de sus intenciones: no se evita, sino que se enfrenta la fatiga del camino espiritual, sin lamentarse.
¿Qué es lo que hace el espíritu del mal para apartar al Señor y a su discípulo del propio camino? Observamos las potentes sugestiones puestas en campo para hacer cambiar la interpretación que dar a nuestra vida. En la 1era tentación es como si el diablo dijera: “la vida está en el pan material. Entonces si por lo tanto atrapas el bienestar económico estás bien: serás feliz, porque si no te falta el pan no falta nada”. En la 2da tentación es como si el diablo dijera aún: “la vida es tener/gozar del poder y de la gloria humana que yo doy a quien quiero, es decir solo a quien está dispuesto a adorarme como su dios”. La 3era tentación, la más sutil, en el evangelio de Lucas es significativamente invertida en la secuencia respecto a la narración que hace Mateo. Aquí es como si el diablo dijera: “la vida está en el saber estar en la cumbre. La realización personal, o sea prestigio y suceso, es lo que da la vida al hombre, aunque si con el precio de manipular a los demás y las cosas sagradas a su ventaja, con el fin de alcanzar el objetivo”. Noten como el texto evidencie el ambiente religioso en el cual el diablo coloca a Jesús (el templo de Jerusalén), y como lo empuje a cumplir un milagro para auto promoverse, dejando a todos con la boca abierta (Lc 4,9-11).
¿Cómo combate Jesús contra estas tentaciones? Responde a las propuestas diciendo siempre “está escrito”. Lo que significa que sus ojos están siempre sobre la Palabra de Dios, que la fuerza en su debilidad está en la propia Palabra de Dios, que su escudo de defensa es obedecer a la Palabra de Dios, que su confianza está totalmente en la Palabra de Dios. A la luz de este evangelio, el tiempo de cuaresma en el cual hemos entrado se configura como un fuerte llamado a recuperar una escucha seria y apasionada en la Palabra del Señor que vive en la Biblia. Porque la fuente de la vida para nosotros es Dios: no de solo pan vivirá el hombre, sino de cada palabra que salga de la boca de Dios (Dt 8,3). Por otra parte, como también el diablo conoce las escrituras, es evidente que esta escucha personal debe hacerse comunitario para no caer en sus trampas. De hecho, mientras satanás manipula la Palabra de Dios para certificar, enmascarar y hacer más atractiva la tentación, para el discípulo en cambio la Palabra de Dios es el arma para desenmascarar sus texturas y superar sus sugestiones. Sin embargo, para llevar adelante esta lucha, deberá siempre tener como referimiento el discernimiento de la iglesia. Solos o se vence al demonio. Para que la escucha de la Palabra de Dios no resulte estéril en la lucha contra el mal, la referencia eclesial es importantísima. Hermanos, sepan sobre todo esto: ninguna escritura está sujeta a privada explicación (2Pt 1,20).
El tiempo cuaresmal que estamos viviendo está insertado en una crisis epocal que está haciendo temblar a las bases de la existencia. Después de la grande pandemia, una guerra a nosotros muy cercana hoy amenaza la estabilidad y la seguridad de la misma vida sobre el planeta. Pero el discípulo de Cristo estas grandes pruebas que se abaten sobre la tierra no son desconocidas. Toda la historia es para los cristianos un concentrado de acontecimientos en la cual se alternan las luces y las sombras del hombre en la lucha del bien con el mal, siempre para utilizarlos. La historia enseña que el mal se anida siempre en la tentación adamítica-primordial de caminar en la elección de otro proyecto con respecto a lo indicado por Dios. Cuando también el hombre proyectase un bien para sí, pero sin involucrar a Dios, al final se hace instrumento del mal. La victoria de Jesús sobre las tentaciones es entonces la superación de la posibilidad de un (falso) proyecto alternativo de vida y salvación que se le ofrecía. Su fidelidad al proyecto de Dios, que no hace evitar, sino que implica la cruz, nos asegura que, si luchamos también nosotros en este camino, a la larga nos beneficiaremos de su victoria: nadie puede atravesar el mar del propio siglo si no es llevado por la cruz de Cristo (S. Agustín).