SE VUOI DIVENTARE AMICO DI DIO

VI DOMENICA DI PASQUA

At 10,25-26.34-35.44-48; 1Gv 4,7-10; Gv 15,9-17

 

Disse ancora Gesù ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

 

******************

 

Amarsi un po’”, diceva il ritornello di una famosa canzone di Lucio Battisti nel suggerire di addentrarsi in una relazione di amore senza paura, avendo solo il coraggio di cominciare. Ma quella stessa canzone precisava che per viverla bisogna poi saper affrontare ostacoli e lacrime. In questi ultimi mesi ho ricevuto in vari colloqui le confidenze di tanti amori infranti. E’ sempre doloroso ricevere il dolore di chi si è sentito tradito nell’affetto umano. Tuttavia, a motori emotivi spenti, c’è da osservare un minimo comune denominatore in queste vicende, almeno dalla mia personale esperienza. Uno dei 2 partner (o anche entrambi), ad un certo punto, per rompere la relazione, si aggrappa a una serie di pseudo-giustificazioni che mal celano un’assenza di volontà nell’affrontare le normali sfide dell’amore, come la diversità femminile/maschile, il farsi carico di un “difetto di fabbricazione o di storia” del partner, il superare una tentazione, l’accettare il lento ma inesorabile decadimento fisico del proprio/a sposo/a, oppure un imprevisto evento che cambia l’equilibrio della vita di coppia come può essere una perdurante malattia, ecc.ecc.

Amarsi un po’’” in fondo non è solo più facile, è “magico”. E’ quella spinta carica di sogni che chiamiamo “innamorarsi” dell’altro/a. “Però, però volersi bene no, è più difficile…è come volare”, diceva sempre la canzone richiamata. Forse per questo oggi tanti scelgono la via dell’”amore liquido”, per usare una espressione del grande Z.Bauman, quando addirittura non dovessero giungere a scegliere di non innamorarsi, cosa veramente patologica dei nostri giorni. La paura di affrontare la vita umana per quello che è, fragile e insicura, la paura di dover soffrire per o a causa di chi si ama, la paura di invecchiare, la paura che l’impegno per l’amato/a sottragga qualcosa di importante alla propria persona e così via: allora meglio “amarsi solo un po’”, magari iniziando più volte nuove relazioni, sempre alla ricerca di qualcosa di più “emozionante”. Come non riconoscere lo scenario generale dell’amore umano di oggi?

“Amarsi sempre, fino alla fine, fino a dare la propria vita”, è invece il ritornello del nostro Maestro nel comandamento che ci consegna (Gv 15,9.12.17; 1Gv 4,7). Non è un consiglio, è un comandamento per chi vuole essere suo discepolo, per chi ama la vita e non vuol vedere sfociare la propria esistenza in un esito egoistico. In ogni tipo di  amore: quello di coppia, quello amicale, quello tra genitore e figlio. Gesù non ci inganna. Gesù ci rivela che l’amore viene da Dio, che Lui stesso è il volto visibile di quell’amore; Gesù è la spiegazione, è la prova vivente che l’amore esiste con un nome preciso ed è più forte della barriera della morte. Per questo ci dice che nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (Gv 15,13). L’amore di Gesù ha questa dismisura: ce lo ha dimostrato! Si dilata fuori del tempo e dello spazio perché eterno. Certo, la sua traiettoria qui sulla terra è sofferta, lo fu per Lui e lo sarà anche per chi lo segue, ma la posta in gioco è troppo importante per cercare di evitarla. Voi siete miei amici se fate ciò che vi comando (Gv 15,14). Quale ricchezza può esserci per l’uomo più bella di quella di diventare amico di Dio? Gesù ci ha rivelato tutto, ci ha fatto entrare nel mistero di Dio, ci tiene così tanto a noi da chiamarci già amici! (Gv 15,15).

Ma amici veri (o sposi veri) lo sappiamo, si diventa. E’ necessario attraversare il tempo e le prove che ci troviamo dentro. Quale gioia però scoprire, poco a poco, che l’amore ci fa superare ogni prova, ci mette le ali ai piedi, ci fa trovare dentro noi stessi l’Amico dell’uomo! (Gv 15,11) Nella mia parrocchia c’è un uomo che ha perso sua moglie un paio di anni fa. Hanno formato la loro famiglia, hanno camminato insieme per più di 50 anni, poi è arrivato il momento della morte che li ha separati. Anche se c’è il dono della fede, è stato un momento molto doloroso. E lo è tanto più, quanto più in vita ci si è amati. Una settimana dopo la morte di sua moglie mi sono recato a casa sua. Da come mi ha accolto, ho compreso subito che la mia visita era particolarmente gradita. Ci siamo seduti su un divano a parlare. Inevitabilmente siamo giunti a parlare di lei, di come negli ultimi anni non riuscivano a fare più a meno l’una dell’altro. Poi, dopo un prolungato silenzio, quell’uomo, fissando una foto di sua moglie davanti a noi, mi ha detto: “d.Giacomo, io non riesco a spiegarmi. Sono passati tantissimi anni, ora lei non c’è più. Ma io sento di amarla ora ancora più di prima, mi crede? Più di quando mi innamorai di lei, più di tutto il tempo che abbiamo vissuto insieme, mi crede?…” Come si poteva non credergli? Aveva il volto illuminato da quella luce che non tradisce, perché accompagna sempre la verità. E, con la sua parola, confermava quanto Gesù ci ha insegnato sull’amore.

Davanti a questo vangelo chiedo a Dio, con voi, la grazia di camminare nel suo amore per tutto il tempo che è stato stabilito per me. Per tutti noi che vogliamo fidarci di Gesù, risuona oggi il comando di amarci gli uni gli altri, l’unica realtà gradita a Dio che ci fa diventare suoi amici. Non cerchiamo alibi. Se Lui ce lo comanda, vuol dire che non è impossibile.

 

*****************

 

SI QUIERES VOLVERTE AMIGO DE DIOS

 

 “Amarse un poco”, decía el coro de una famosa canción de Lucho Battisti en la sugerencia de adentrarse en una relación de amor sin miedo, teniendo solo el coraje de comenzar. Pero aquella misma canción precisaba que para vivirla era necesario luego saber afrontar obstáculos y lágrimas. En estos últimos meses he recibido en varios diálogos las confidencias de tantos amores destrozados. Es siempre doloroso recibir el dolor de quien se ha sentido traicionado en el afecto humano. No obstante, a motores emotivos apagados, nace observar un mínimo común denominador en estos asuntos, al menos de mi personal experiencia. Uno de los 2 partner (o también ambos), a un cierto punto, para romper la relación, se aferra a una serie de pseudo-justificaciones que ocultan mal una ausencia de voluntad en el afrontar las normales desafíos del amor, como la diferencia femenina/masculina, el hacerse cargo de un “defecto de fabricación o de historia” del partner, el superar una tentación, el aceptar el lento pero inexorable decaimiento físico del propio/a esposo/a, o sino un imprevisto evento que cambia el equilibrio de la vida de pareja como puede ser una enfermedad que perdura, etc., etc.

 “Amarse un poco” en fondo no es solo más fácil, es “mágico”. Es aquel empuje cargado de sueños que llamamos “enamorarse” del otro/a. “Pero, pero quererse mucho no, es más difícil… es como volar”, decía siempre la canción mencionada. Quizás por esto hoy tantos eligen el camino del “amor líquido”, para usar una expresión del grande Z. Bauman, cuando además no alcanzan a elegir de no enamorarse, cosa verdaderamente patológica de nuestros días. El miedo de afrontar la vida humana por aquello que es, frágil e insegura, el miedo de tener que sufrir por o a causa de quien se ama, el miedo de envejecer, el miedo que el compromiso por el amado/a nos quite algo importante a la propia persona y así sucesivamente: entonces mejor “amarse solo un poco”, quizás comenzando más veces nuevas relaciones, siempre en busca de algo más “emocionante”. ¿Cómo no reconocer el escenario general del amor humano de hoy?

“Amarse siempre, hasta el extremo, hasta dar la propia vida”, es en cambio el coro de nuestro Maestro en el mandamiento que nos entrega (Jn 15,9.12.17; 1Jn 4,7). No es un consejo, es un mandamiento para quien quiere ser su discípulo, para quien ama la vida y no quiere concluir la propia existencia en un éxito egoísta. En cada tipo de amor: aquello de la pareja, el de amigos, aquello entre padre e hijo. Jesús no nos engaña. Jesús nos revela que el amor viene de Dios, que Él mismo es el rostro visible de aquel amor; Jesús es la explicación, es la prueba viviente que el amor existe con un nombre preciso y es más fuerte que la barrera de la muerte. Por esto nos dice que nadie tiene un amor más grande de este: dar la vida por los propios amigos (Jn 15,13). El amor de Jesús tiene esta desmedida: ¡nos lo ha demostrado! Se dilata fuera del tiempo y del espacio porque es eterno. Cierto, su trayectoria aquí en la tierra es sufrida, lo fue para Él y lo será también para quien lo sigue, pero lo que está en juego es muy importante para intentar de evitarla. Ustedes son mis amigos si hacen lo que les mando (Jn 15,14). ¿Qué riqueza puede ser para el hombre más bella de aquella de volverse amigo de Dios? Jesús nos ha revelado todo, nos ha hecho entrar en el misterio de Dios, le importamos así tanto nosotros hasta llamarnos ya ¡amigos! (Jn 15,15).

Pero amigos verdaderos (o esposos verdaderos) lo sabemos, se vuelve. Es necesario atravesar el tiempo y las pruebas que nos encontramos dentro. Pero qué gozo descubrir, poco a poco, que el amor nos hace superar cada prueba, nos pone las alas en los pies, nos hace encontrar dentro de nosotros mismos al ¡Amigo del hombre¡ (Jn 15,11) En mi parroquia hay un hombre que ha perdido a su esposa un par de años atrás. Han formado su familia, han caminado juntos por más de 50 años, luego ha llegado el momento de la muerte que los ha separado. Aunque si está el don de la fe, ha sido un momento muy doloroso. Y lo es mucho más, cuando en vida se han amado. Una semana después de la muerte de su esposa me acerqué a casa suya. De cómo me ha acogido, he comprendido inmediatamente que mi visita era particularmente esperada. Nos hemos sentado sobre el sillón a hablar. Inevitablemente hemos llegado a hablar de ella, de como en los últimos años no lograban a no hacerse falta el uno con el otro. Luego, después de un prolongado silencio, aquel hombre, fijando una foto de su esposa delante de nosotros, me ha dicho: “padre Giacomo, yo no logro a explicarme. Han pasado tantísimos años, ahora ella no está más. Pero siento de amarla ahora aún más que antes, ¿me cree? Más de cuando me enamoré de ella, más de todo el tiempo que hemos vivido juntos, ¿Me cree?…” ¿Cómo se podía no creerle? Tenía el rostro iluminado de esa luz que no traiciona, porque acompaña siempre la verdad. Y, con su palabra, confirmaba todo lo que Jesús nos ha enseñado sobre el amor.

Delante de este evangelio pido a Dios, con ustedes, la gracia de caminar en su amor por todo el tiempo que ha sido establecido para mí. Por todos nosotros que queremos confiarnos de Jesús, resuena hoy el mandamiento de amarnos los unos a los otros, la única realidad agradable a Dios que nos hace volvernos sus amigos. No busquemos pretextos. Si Él nos lo manda, quiere decir que no es imposible.

6 Comments

  1. “Este es mi mandamiento: Amense los unos a los otros, como yo los he amado. No hay amor más grande que dar la vida por los amigos”. la única realidad agradable a Dios que nos vuelve sus amigos. Gracias Giacomo por recordar con tus palabras mi palabra de vida “No hay amor más grande que dar la vida por los amigos” Gracias Dios por tu Palabra que resuena humildemente cada día para permitirnos volver a ti amando e intentando dar la vida en las más pequeñas cosas que tú nos permites vivir en nuestro camino hacia ti. Gracias

    "Mi piace"

  2. L’amore definito “liquido” è basato a mio parere sull’ appagamento del proprio ego e basta. Quando l’ appagamento personale viene meno, si scivola verso altre relazioni. È un amore “provvisorio”, fatto di scambio o meglio, basato sul “do tu des”, come d’altra parte molte relazioni amicali, professionali, superficiali. Prima o poi finiscono. Quando l’altro/a non dà quello che si pretende, si rompe l’equilibrio precario. Tutto ciò ha come risultato la cultura dello “scarto”….sei vecchio, non mi servi più, sei incapace, non ti voglio più, sei triste, vado da un altro……
    L’amore a cui vuole allenarci Gesù e che tu bene ci hai spiegato è un amore che ha come caratteristica la gratuita’…..”ti amo anche se……”; di primo acchito potrebbe essere giudicatoalla società moderna un amore soltanto sacrificale, di chi si mette in disparte, di chi non cerca la soddisfazione perché preoccupato a far gioire gli altri…l’esatto contrario dell’ amore liquido! Sicuramente l’amore gratuito è caratterizzato anche da momenti di sacrificio, o meglio di impegno, ma è l’ unico amore fecondo, cioè che fa nascere qualcosa, che permette di andare avanti nelle relazioni, che non mette il punto e basta. “Dare la vita per i propri amici” e aggiungo “se fate questo solo ai vostri amici che merito ne avrete?….”(non ricordo bene le parole di un altro brano ma il concetto è questo), significa quindi darsi da fare indipendentemente da tutto e tutti per portare avanti la storia dell’ uomo. A volte soltanto così si possono rimuovere macigni, cioè mostrando azioni uguali ma contrarie si può “sorprendere” e innescare un processo di bene. Non c’è altra strada per far avanzare l’amore se non la gratuita’. E non è vero che questo non dà soddisfazione perché da amore nasce amore.

    "Mi piace"

    1. “E non è vero che questo non da soddisfazione perchè da amore nasce amore…”: infatti sta proprio qui l’inghippo, perchè proprio su questa realtà ci si può “bloccare”. Invece anche Gesù ce lo ha detto con altra espressione nel vangelo: “vi ho detto queste cose (il comando di amarci) perchè LA MIA GIOIA sia in voi. C’è una soddisfazione incomparabile con le umane soddisfazioni che viene da Dio. Solo se gli si crede allora non si molla! Grazie Chiara per questo tuo commento.

      "Mi piace"

  3. “Da questo vi riconosceranno
    se avrete amore gli uni gli
    altri”.
    Dici bene Chiara,l’amore di gratuità è un amore che non rivendica, non ostacola,
    come dice san Paolo” tutto crede
    tutto Ama tutto sopporta”.
    Il nuovo comandamento,” Vi do un comamdamento nuovo”, viene
    da un cuore che non si stanca
    perché la vera gioia è camminare con Dio.

    "Mi piace"

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.