XXIV DOMENICA DEL T.O.
Es 32,7-11.13-14; 1Tm 1,12-17; Lc 15,1-32
Se si prendono sul serio (speriamo) le parole di Gesù di domenica scorsa circa le esigenze del discepolato, verrebbe da dire che nessuno è in grado di stargli dietro. Oppure (che è lo stesso) verrebbe da dire che essere discepoli di Gesù è una possibilità riservata a una élite di persone quali i citati S.Francesco d’Assisi, la novella S.Teresa di Calcutta e altri canonizzati. Ma subito dopo quel vangelo troviamo il cap.15 di Luca evangelista che in questa domenica la chiesa ci offre di meditare integralmente. Luminosa intelligenza delle Scritture: S.Luca ci ha condotto fin qui per renderci consapevoli della nostra incapacità a seguirlo in modo che, disperando di noi, speriamo nella sua Misericordia! La grande ouverture della “sinfonia n.15 in figlio minore” la dice tutta: continuavano ad avvicinarsi a Lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo (v.1). Anche oggi si avvicina veramente a Gesù solo chi guarda a Lui dalla propria realtà di peccato, dalla propria fragile umanità incapace di salvarsi. Si avvicina a Gesù soltanto chi sente la necessità della sua Misericordia, perché tocca con mano la propria miseria. Si allontana da Gesù chi si arrocca nel proprio giusto modo di vedere e confida in virtù proprie per fare il bene. Si allontana da Gesù chi condanna i fratelli ingiusti e crede che Dio faccia lo stesso: i farisei e gli scribi mormoravano: “costui accoglie i peccatori e mangia con loro” (v.2). Del vangelo ho capito solo pochissime cose, anzi, mi correggo, penso che Egli me le abbia fatta capire. Una di queste è che Gesù nella sua vita ebbe maggiore accoglienza e comprensione nel cuore dei piccoli, dei poveri e dei peccatori. Per questo troviamo nei vangeli che la maggioranza di quelli che lo seguono si trovano tra questi ultimi. Per questo tra i vari nomignoli che gli affibbiarono troviamo anche mangione e beone, amico dei pubblicani e dei peccatori (Lc 7,34). L’impresa più difficile per il Signore, allora come oggi, è farsi spazio nel cuore dei giusti e convertirli!

Se guardiamo all’intera “economia” delle parabole del cap.15 noteremo che dietro le figure tratteggiate da Gesù del pastore, della donna e del padre, emerge un personaggio coinvolto totalmente nella ricerca di un incontro; e, una volta giunto l’incontro, con una voglia irresistibile di far festa e di contagiare la propria gioia a chi gli sta intorno. Una pecora ritrovata sulle spalle, una moneta recuperata, un figlio che ritorna a casa: il leitmotiv della sua incontenibile gioia è sempre l’incontro con ciò che cercava. Siamo al cuore della rivelazione del volto di Dio nel vangelo di Luca. Gesù spiegherà con la sua vita, ma soprattutto nel modo in cui muore, che quanto ci ha raccontato in quelle parabole, fa emergere l’identikit autentico di Dio. Amore incondizionato. Amore gratuito. Amore che cerca incessantemente l’incontro con tutti i suoi figli. “E’ importante questo insegnamento di Gesù: la nostra condizione di figli di Dio è frutto dell’amore del cuore del Padre; non dipende dai nostri meriti o dalle nostre azioni, e quindi nessuno può togliercela, neppure il diavolo! Nessuno può toglierci questa dignità!” (Papa Francesco, catechesi su Lc 15,11-32, Udienza pubblica del 11.05.2016).
Infatti, nel centro del cap.15, concepibile come un’unica grande parabola in tre racconti, c’è un padre che vede meglio chi è lontano, che si commuove, che corre incontro e compie i gesti più materni che ci siano al riabbracciare il figlio che non era più in casa; un padre che non sopporta di sentirsi dire “non sono più degno di essere tuo figlio” e che si affretta piuttosto a restituirgli tutti i segni della sua dignità (anello, vestito e calzari), avviando poi una festa di famiglia a base di filetto di vitello ben foraggiato. Gesù non tratteggia un papà offeso che chiede prima conto al figlio delle sue malefatte, ma un papà concentrato a esprimere la sua gioia di averlo di nuovo in casa salvo (Lc 15,20-24). Come è bello questo papà! Che forza si sprigiona nella gioia di avere davanti ai propri occhi il proprio figlio perduto! Perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato (v.24).

Ma in questa gioia trascinante c’è una persona che non si riesce a coinvolgere. E’ il fratello maggiore che è sempre stato in casa. E’ curioso che nelle tre parabole è l’unico personaggio che rifiuta l’invito alla gioia: un figlio che vive in casa e dovrebbe conoscere bene il papà. Anzi, giustifica il proprio rifiuto trasformandolo in una poco velata accusa al padre (Lc 15,30). Quanto è diverso questo figlio dal suo papà! Qui scopriamo chi veramente ha più bisogno della Misericordia di Dio. “Vediamo il disprezzo: non dice mai “padre”, non dice mai “fratello”, pensa soltanto a sé stesso, si vanta di essere rimasto sempre accanto al padre e di averlo servito…Il figlio maggiore, anche lui ha bisogno di misericordia. I giusti, quelli che si credono giusti, hanno anche loro bisogno di misericordia. Questo figlio rappresenta noi quando ci domandiamo se valga la pena faticare tanto se poi non riceviamo nulla in cambio. Gesù ci ricorda che nella casa del Padre non si rimane per avere un compenso, ma perché si ha la dignità di figli corresponsabili. Non si tratta di “barattare” con Dio, ma di stare alla sequela di Gesù che ha donato sé stesso sulla croce senza misura.” (Papa Francesco, catechesi su Lc 15,11-32, Udienza pubblica del 11.05.2016).
Ho davanti agli occhi del mio cuore due persone. Una più giovane e una più avanti negli anni. La giovane un giorno mi confessò: “sai, i miei, molto preoccupati, pensano che non frequenti più la parrocchia perché sto mettendo in dubbio la mia fede. Ma in realtà non l’ho mai fatto, tutto quanto ho cominciato ad imparare da piccola circa la fede non l’ho rifiutato. Ho riflettuto. In verità io non frequento più la mia chiesa perché lì non mi sento a casa”. La signora più avanti negli anni un giorno mi raccontò: “ho fatto un sogno strano. Scorrevano davanti all’altare della mia chiesa tante persone. Sacerdoti, suore e fedeli che frequentano la parrocchia con il volto piuttosto spento. Poi ad un certo punto appare Gesù dietro di loro che mi guarda sofferente dicendo: “sono tutti qui, ad un passo da Me, ma non vengono da Me…ed è così da tanto tempo!”.
L’appello del Giubileo a riscoprire il cuore del vangelo nell’amore misericordioso e gioioso di Dio è più che mai urgente. Perché il cammino del discepolato è divenire misericordiosi e gioiosi come il Padre; è riflettere come comunità cristiana questo volto, l’unico volto, di Dio Padre. In chiesa, fuori della chiesa, tutti ne abbiamo bisogno.
Questa parabola del Figliol Prodigo, mi e’ sempre puaciuta particolarmente,si percepisce, l’Immenso Amore e l’Infinita Misericordia che Dio ha per per i suoi figli, per tutti noi. Se ci abalizziamo realmente scopriremo miseri peccatiri siamo, nonostante i nostri sforzi di vivere il vangelo, ma senza il suo aiuto non riusciremo nemmeno a spostare un oggetto da una parte all’altra. Con tutta la mia buona volonta’, non riesco a sentirmi la figlia perfetta, che fa tutto bene assolutamente…ho bisogno continuamente della sua Misericordia…Se noi leggiamo le storie dei nostri cari Santi, capiamo che anche loro si sentivano piccoli e peccatori, bisognosi dell’aiuto del Signore, e si sono sempre fatti guidare da Lui. Avendo presente di non essere nessuno senza l’aiuto del Signore, non si rischia di innalzarci, ma si rimane piccoli, e sempre bisognosi del suo aiuto e dell’aiuto di tutti i nostri fratelli…Ringrazio il Signore di avermi dato la possibilita’ di incontrarlo, chiedendo il suo aiuto per non lasciarlo piu’ nonostante le mie mancanze. Sperimentare il suo Immenso Amore e’ un dono Immenso, che nessun bene materiale potra’ mai colmare….e come diceva Madre Teresa di Calcutta, sono una matita nelle mani di Dio…
Buona Domenica nell’Amore di Gesu’ e Maria, a tutti…
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Ciao Silvana e grazie del tuo commento!
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Com’è sempre bello e toccante questo vangelo. Dovremmo spesso meditarlo. Tutte le volte che lo leggo mi emoziono. Mi è ancora difficile capire l’infinita Misericordia di Nostro Signore perché ancora io purtroppo mi identifico nel figlio maggiore . Spero tanto con la preghiera di riuscire ad essere anche io misericordiosa nei confronti del mio prossimo e di amare incondizionatamente. Grazie Don Giacomo per i tuoi commenti ai vangeli.
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Grazie a te M.Rita!
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“Tu sei sempre con me e quello che è mio è tuo” sono le parole rassicuranti e colme di amore verso il figlio turbato da sentimenti di gelosia.
Questa volta leggendo il brano hanno risuonato in me queste parole.
Mi sono chiesta come mai non riusciamo a percepire la vicinanza del padre e la condivisione delle “sue cose” nei nostri confronti; come mai non manifestiamo gioia, non riusciamo a rallegrarci di fronte a questa “dichiarazione ” di amore da parte del nostro Padre. E da qui vengono le facce scure dei nostri riti, i volti poco gioiosi che tanto colpiscono le anime “in ricerca”. È vero! Ma cosa potrebbe dire di più un padre ad un figlio per dimostrargli il suo amore se non “figlio tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo?”…….
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Mistero densissimo…infatti, il finale è aperto alla speranza che “si pieghino” a questo indicibile amore anche i più rigidi tra i figli….ciao Chiara!
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Andare dietro a Gesù, farsi suoi collaboratori, e discepoli, sotto il suo sguardo ,
cosa vuol dire per noi oggi?
San Luca nel cap.15 vuole fare un epilogo con quelle parabole, quei racconti che, letti nel contesto,
esprimono una grande verità: Dio Padre è un padre che è ricco di MISERICORDIA.
Papa Francesco nell’udienza di sabato 10 sett. dice no a false illusioni, solo Dio dona la vera libertà.
“Sembra che l’uomo di oggi non ami più pensare di essere liberato da Dio; l’uomo si illude della propria
libertà, come forza per ottenere tutto. Ma in realtà non è così.” “Tanti, tanti schiavi ha aggiunto, sono schiavi
in nome della libertà”.
Sembra che molte false attrattive ci seducano, falsi idoli ottenebrano donandoci una falsa sicurezza.
Quali prospettive allora?
Ecco un piccolo aneddoto.
…Tanti anni fa, in America un negro voleva entrare in Chiesa, ma gli era proibito;
ogni volta che ci provava, gli veniva detto: “Quì i negri non entrano”.
In preghiera piangeva, soffriva, implorava,….
ma un giorno il Signore lo rincuorò rivelandogli :”Sai perchè in quella Chiesa
non ti vogliono? Perchè non ci sono neanch’io!!”.
Agli occhi di Dio siamo tutti uguali, e Lui ci ama così come siamo, anche se, trovati peccatori.
Preghiamo Dio che ci liberi da ogni compromesso, da ogni falsa seduzione e ci doni
di saper ritrovare di ” gioire CON LUI”.
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Bello l’aneddoto! Grazie Rosy!
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Andare dietro a Gesù, farsi suoi
collaboratori, cosa vuol dire per noi oggi?
San Luca nel Cap. 15 vuole fare
un epilogo con quelle parabole,
quei racconti che, letti nel contesto, esprimono una grande verità: Dio Padre è un padre ricco di MISERICORDIA.
Papa Francesco nell’udienza generale di sabato 10 dice no a false illusioni, solo Dio dona la vera libertà. “Sembra che l’uomo
di oggi non ami più pensare di
essere liberato da Dio, l’uomo
si illude della propria libertà
come forza per ottenere tutto.
Ma in realtà, non è così” “Tanti,
tanti schiavi ha aggiunto, sono
schiavi in nome della libertà”.
Sembra che molte false attrattive ci seducano, falsi idoli,
ottenebrano donandoci una falsa
sicurezza. Quali prospettive allora?
Ecco un piccolo aneddoto….
…Tanti anni fa, in America,
un nero voleva entrare in Chiesa
ma gli era proibito; ogni volta
che ci provava gli veniva detto:
“Quì i neri non entrano”.
In preghiera piangeva, soffriva,
implorava, ….ma un giorno il Signore lo rincuorò rivelandogli:
“Sai perché in quella Chiesa non ti vogliono? Perché non ci sono
neanch’io!!”.
Agli occhi di Dio siamo tutti
uguali e Lui ci ama così come siamo , anche se, trovati peccatori.
Preghiamo Dio che ci liberi
da ogni compromesso, da ogni falsa seduzione, e ci doni la vera
libertà che è poi di “gioire con Lui”.
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Andare dietro a Gesù, farsi suoi
collaboratori, cosa vuol dire per noi oggi?
San Luca nel Cap. 15 vuole fare
un epilogo con quelle parabole,
quei racconti che, letti nel contesto, esprimono una grande verità: Dio Padre è un padre ricco di MISERICORDIA.
Papa Francesco nell’udienza generale di sabato 10 dice no a false illusioni, solo Dio dona la vera libertà. “Sembra che l’uomo
di oggi non ami più pensare di
essere liberato da Dio, l’uomo
si illude della propria libertà
come forza per ottenere tutto.
Ma in realtà, non è così” “Tanti,
tanti schiavi ha aggiunto, sono
schiavi in nome della libertà”.
Sembra che molte false attrattive ci seducano, falsi idoli,
ottenebrano donandoci una falsa
sicurezza. Quali prospettive allora?
Ecco un piccolo aneddoto….
…Tanti anni fa, in America,
un nero voleva entrare in Chiesa
ma gli era proibito; ogni volta
che ci provava gli veniva detto:
“Quì i neri non entrano”.
In preghiera piangeva, soffriva,
implorava, ….ma un giorno il Signore lo rincuorò rivelandogli:
“Sai perché in quella Chiesa non ti vogliono? Perché non ci sono
neanch’io!!”.
Agli occhi di Dio siamo tutti
uguali e Lui ci ama così come siamo , anche se, trovati peccatori.
Preghiamo Dio che ci liberi
da ogni compromesso, da ogni falsa seduzione, e ci doni la vera
libertà che è poi di “gioire con Lui”.
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