Pubblicato in: Commento alle Scritture, Predicazione, Servizio della Parola

UNO SCONTRO MERAVIGLIOSO

XIV DOMENICA DEL T.O.

anno B (2024)

Ez 2,2-5; 2Cor 12,7-10; Mc 6,1-6

 

Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

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L’uomo si meraviglia di Dio che si manifesta con le fattezze di Gesù e si scandalizza: perché? Dio si meraviglia della incredulità dell’uomo: perché? Commento brevemente il vangelo di oggi sullo sfondo di queste 2 domande che nascono spontanee a conclusione della lettura del testo. Gesù ritorna a Nazareth con i suoi discepoli. Ha da poco iniziato il suo ministero ma la fama di quello che dice e che compie sta circolando rapidamente per tutto il territorio di Israele. Ci viene detto da Marco che entra in un giorno di sabato in sinagoga per predicare. L’assemblea presente nell’ascoltarlo rimane sbalordita: da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? (Mc 6,2). Ricordo ancora questo stesso stato d’animo con queste domande in me, quando da giovane ascoltai per la prima volta, durante un raduno di preghiera, il P. Emiliano Tardif Mssc. I suoi insegnamenti semplicissimi e pieni di sapienza culminavano con la preghiera sugli ammalati presenti, tra i quali alcuni di essi guarivano e rendevano testimonianza. Dunque fin qui (v.2) l’assemblea dei nazareni rimane stupita e in grado di poter fare un atto di fede. Siamo infatti sulla soglia del mondo della fede, davanti al quale non si può non prendere una posizione, anzi, chi non la volesse prendere sappia che l’ha già presa.

In quel raduno, davanti all’evidenza di un ragazzino sordo dalla nascita che cominciò ad udire per la prima volta i suoni e le parole degli uomini, io credetti. Credetti nell’azione di Dio per mezzo di P.Emiliano. E all’improvviso quel libro (il Vangelo), che mi sembrava solo raccontare vicende meravigliose realizzatesi nel passato, cominciò a prendere vita. Mi sembrava di vedere ogni personaggio del vangelo vivo con Gesù che si muoveva attorno a me. Furono i primi, timidi passi dell’avvio della mia conversione. Eppure vediamo che l’assemblea di Nazareth non fa lo stesso, pur avendo Gesù in carne ed ossa davanti a sé. Il motivo viene evidenziato dal loro ragionamento: non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi? Il che significa una cosa molto chiara: la loro conoscenza di Gesù come “vicino di casa” ostacolava quel processo che porta dalla meraviglia alla fede. Ed era per loro motivo di scandalo, dice laconicamente il vangelo (Mc 6,3). Dunque lo stupore davanti all’azione di Dio ha 2 sbocchi: o l’entrata, per così dire, nel mondo della fede, oppure la fermata, letteralmente “l’inciampo” (scandalo), sulla soglia di questo mondo.

Gesù in sinagoga di Nazareth

Per spiegare questo scandalo, il vangelo sottolinea una perenne legge spirituale sulla bocca di Gesù che solo apparentemente sembra una cosa scontata: un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua (Mc 6,4). Infatti, oltre ad evidenziare l’impossibilità di operare prodigi a causa della mancanza di fede, il vangelo ci presenta la meraviglia di Gesù che si contrappone alla meraviglia dei nazareni. Anche Dio si meraviglia, ma della nostra incredulità. Dio rimane di sasso al vedere che l’uomo è capace di chiudersi nella sua conoscenza anche davanti all’evidenza della sapienza che esprime e dei prodigi che la confermano. Si meraviglia di come l’uomo rinunci ad allargare i suoi orizzonti, ad accrescere la sua conoscenza, di come sia capace di costruire le più improbabili giustificazioni pur di non ammettere di trovarsi di fronte a una manifestazione divina. E la cosa ancor più curiosa è che le persone che rimangono in tale atteggiamento fino al rifiuto di credere, in genere si trovano molto vicino: si trovano più spesso tra parenti e concittadini.

La 1a lettura che narra la vocazione di Ezechiele getta maggior luce sul mistero del rifiuto di Gesù da parte dei suoi compaesani. Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Ecco il problema profondo che causa il rifiuto di credere, anche nel caso di Gesù. Dio annuncia ad Ezechiele, sin dall’inizio della sua vocazione, che la sua missione in mezzo al suo popolo sarà segnata dal rifiuto, poiché sono una razza di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. La durezza di cuore e la restrizione mentale che ne consegue, impediscono la nascita della fede, dunque sono un ostacolo reale alla grazia che Dio vorrebbe donare. Ciononostante, è ancora da celebrare la misericordia di Dio che non si ferma nemmeno al nostro rifiuto, pur rispettandolo fino in fondo: ascoltino o non ascoltino … sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro. Dio con il suo profeta resta comunque tra il suo popolo, perché non può contraddire la sua fedeltà. E anche Gesù, dopo l’esperienza del rifiuto da parte dei nazareni, continua la sua missione: percorreva i villaggi d’intorno, insegnando (Mc 6,6). Possa il Signore Gesù, che continua a rimanere in mezzo a noi, lenire la durezza dei nostri cuori e delle nostre menti, per aprirci ad accoglierlo con fede in tutte le sue manifestazioni, sempre così diverse dalle nostre attese.

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UN CHOQUE MARAVILLOSO

El hombre se maravilla de Dios que se manifiesta con los rasgos de Jesús y se escandaliza: ¿por qué? Dios se maravilla de la incredulidad del hombre: ¿por qué? Comento brevemente el evangelio de hoy en el contexto de estas dos preguntas que surgen espontáneamente al concluir la lectura del texto. Jesús regresa a Nazaret con sus discípulos. Hace poco comenzó su ministerio, pero la fama de lo que dice y hace está circulando rápidamente por todo el territorio de Israel. Marcos nos dice que entra un sábado en la sinagoga para predicar. La asamblea presente al escucharlo queda asombrada: ¿de dónde le vienen estas cosas? ¿Y qué sabiduría es la que se le ha dado? ¿Y los prodigios como los realizados por sus manos? (Mc 6,2). Todavía recuerdo este mismo estado de ánimo con estas preguntas en mí, cuando de joven escuché por primera vez, durante una reunión de oración, al P. Emiliano Tardif Mssc. Sus enseñanzas sencillas y llenas de sabiduría culminaban con la oración sobre los enfermos presentes, entre los cuales algunos de ellos sanaban y daban testimonio. Por lo tanto hasta aquí (v.2) la asamblea de los nazarenos queda asombrada y capaz de hacer un acto de fe. En efecto, estamos en el umbral del mundo de la fe, ante el cual no se puede no tomar una posición, más aún, quien no la quiera tomar, sepa que ya la ha tomado.

En aquella reunión, ante la evidencia de un niño sordo desde su nacimiento que comenzó a escuchar por primera vez los sonidos y las palabras de los hombres, yo creí. Creí en la acción de Dios a través del P.Emiliano. Y de repente aquel libro (el Evangelio), que me parecía solo contar historias maravillosas realizadas en el pasado, comenzó a cobrar vida. Me parecía ver a cada personaje del evangelio vivo con Jesús moviéndose a mi alrededor. Fueron los primeros, tímidos pasos del inicio de mi conversión. Sin embargo, vemos que la asamblea de Nazaret no hace lo mismo, aun teniendo a Jesús en carne y hueso delante de sí. El motivo se evidencia por su razonamiento: ¿no es éste el carpintero, el hijo de María, el hermano de Santiago, de Iosés, de Judas y de Simón? Y sus hermanas, ¿no están aquí? Lo que significa algo muy claro: su conocimiento de Jesús como “vecino de casa” obstaculizaba el proceso que lleva de la maravilla a la fe. Y era para ellos motivo de escándalo, dice lacónicamente el evangelio (Mc 6,3). Por tanto, el estupor ante la acción de Dios tiene dos salidas: o la entrada, por decirlo así, en el mundo de la fe, o la parada, literalmente “el tropiezo” (escándalo), en el umbral de este mundo.

Para explicar este escándalo, el evangelio subraya una perenne ley espiritual en boca de Jesús que solo aparentemente parece algo evidente: un profeta no es despreciado sino en su patria, entre sus parientes y en su casa (Mc 6,4). En efecto, además de evidenciar la imposibilidad de obrar prodigios a causa de la falta de fe, el evangelio nos presenta la maravilla de Jesús que se contrapone a la maravilla de los nazarenos. Dios también se maravilla, pero de nuestra incredulidad. Dios queda de piedra al ver que el hombre es capaz de cerrarse en su conocimiento incluso ante la evidencia de la sabiduría que expresa y de los prodigios que la confirman. Se maravilla de cómo el hombre renuncia a ensanchar sus horizontes, a acrecentar su conocimiento, de cómo es capaz de construir las más improbables justificaciones para no admitir encontrarse ante una manifestación divina. Y lo más curioso es que las personas que permanecen en tal actitud hasta el rechazo de creer, en general se encuentran muy cerca: se encuentran más a menudo entre parientes y conciudadanos.

La primera lectura que narra la vocación de Ezequiel arroja más luz sobre el misterio del rechazo de Jesús por parte de sus paisanos. Aquellos a quienes te envío son hijos testarudos y de corazón endurecido. He aquí el problema profundo que causa el rechazo a creer, también en el caso de Jesús. Dios anuncia a Ezequiel, desde el comienzo de su vocación, que su misión en medio de su pueblo estará marcada por el rechazo, ya que son una raza de rebeldes, que se han vuelto contra mí. La dureza de corazón y la consiguiente restricción mental, impiden el nacimiento de la fe, por tanto, son un obstáculo real a la gracia que Dios quisiera donar. Sin embargo, todavía hay que celebrar la misericordia de Dios que no se detiene ni siquiera a nuestro rechazo, aunque respetándolo hasta el fondo: escuchen o no escuchen … Al menos sabrán que hay un profeta entre ellos. Dios con su profeta permanece de todos modos entre su pueblo, porque no puede contradecir su fidelidad. Y también Jesús, después de la experiencia del rechazo por parte de los nazarenos, continúa su misión: recorría los pueblos de alrededor, enseñando (Mc 6,6). Que el Señor Jesús, que sigue permaneciendo en medio de nosotros, alivie la dureza de nuestros corazones y de nuestras mentes, para abrirnos a acogerlo con fe en todas sus manifestaciones, siempre tan distintas de nuestras expectativas.

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Autore:

Nato rocambolescamente nel 1966, allontanatosi allegramente intorno al 1980, pescato faticosamente nel 1987, chiamato clamorosamente nel 1992, ordinato sacerdote misericordiosamente nel 1999, inviato burrascosamente nel 2003, rientrato silenziosamente nel 2009, cercando umilmente dal 2010...

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