1a DOMENICA DI AVVENTO
Is 2,1-5; Rm 13,11-14a; Mt 24,37-44
Sul suo insolito trono regale il nostro Dio ha cominciato a giudicare il mondo, ma non come lo farebbero gli uomini. Sotto la croce, avrebbero voluto vederlo scendere per dare a tutti una lezione clamorosa; come anche oggi tanti lo vorrebbero più muscoloso davanti al male che imperversa. Ma la onnipotenza del Signore è altra cosa. Il suo modo di vincere il male è altra cosa. Il vangelo rifugge da ogni ovvietà e domenica scorsa ce ne siamo accorti. Credere che quell’uomo “sconfitto” in croce sia un re, non è scelta affatto ovvia né sicura nel cuore di chi si professa cristiano; soprattutto se poi vedi questo re concedere udienza, sapienza e dignità regale a un delinquente che si pente all’ultimo momento. Gesù crocifisso è davvero una pietra scandalosa sulla quale si compie il giudizio degli uomini (cfr. Mt 21,42-44)
Ci siamo appena lasciati alle spalle la porta del Giubileo, entriamo oggi per la porta dell’Avvento. Le porte di Dio hanno questo difetto: non si chiudono mai, perché il suo cuore resta aperto ad accogliere tutti quelli che si affidano a Lui. Ma il vangelo ci ricorda che la scena di questo mondo è destinata a passare (cfr. 1Cor 7,29-31); ci sarà comunque una porta che si chiuderà, quella di questo mondo che spalancherà all’uomo il destino eterno scelto già qui sulla terra. Il richiamo di Gesù infatti è di vivere questa vita in attesa vigile ed operosa dell’incontro con Lui, nostro futuro assicurato. La sua venuta è certa. Anzi, il discepolo che ha discernimento vede proprio nei travagli annunciati da Gesù il segno della sua maggior vicinanza, perché i cieli e la terra passeranno, la mie parole non passeranno mai (Mt 24,35). Per il credente non c’è dunque bisogno di sapere il giorno e l’ora, perché ogni giorno e ogni ora sono buoni per prepararsi a questo incontro. Perciò anche S.Paolo ci dice nella seconda lettura: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino (Rm 13,11-12a). L’avvertimento è come sempre chiarissimo. Occorre essere vigilanti, pronti ad andare incontro al Signore che opera il suo giudizio nel presente: lo stesso momento storico allora può essere vissuto come Noè, impegnati nella costruzione di un’arca che salva, oppure lasciandosi inghiottire dalle acque distruttrici del diluvio. Due uomini e due donne fanno lo stesso lavoro, ma con esito ben diverso: c’è chi sarà preso e salvato e chi sarà lasciato e perduto (Mt 24,40-41). Perché? Appunto perché c’è chi vive nella fiducia delle parole del Signore che ci avverte, e c’è chi vive non curandosi della serietà dei suoi avvertimenti. Paolo direbbe: c’è chi si è svegliato dal sonno del peccato, e c’è chi invece ci dorme ancora.
Cercate di capire questo… (Mt 24,42ss.) Gesù offre una serie di piccole parabole (di cui il vangelo di oggi riporta solo una) per spiegare sostanzialmente perché avverrà, alla sua definitiva venuta (alla porta della morte), quella distinzione di cui sopra. Il diverso comportamento che si ha nel tempo presente decide il futuro diverso degli uomini. Per cui, chi riconosce il Signore ogni giorno della vita e lo aspetta operoso al suo servizio, gli andrà incontro sentendolo arrivare come lo Sposo che viene (cfr. Mt 25,6). Chi invece opererà iniquamente (cfr. Mt 24,48-51), incurante delle parole del maestro, sentirà il Signore arrivare come un ladro che gli scassina la casa (Mt 24,43): il rischio è un destino lontano dal suo volto, e non certo perché ce lo manda Lui. Gesù non ci sottrae mai alla nostra libertà e responsabilità, pur accompagnandoci amorosamente ogni giorno della nostra vita. La storiella che segue integra e illumina il senso profondo del vangelo:
Una leggenda narra che una povera donna con un bambino in braccio davanti a una caverna sentì una voce misteriosa uscire dal di dentro che le diceva: “vieni e prendi tutto quello che vuoi, ma non dimenticare la cosa più importante. E ricordati che quando uscirai da questa caverna, una grande pietra la chiuderà per sempre. Pertanto, cogli pure questa grande occasione, ma ti ripeto, non dimenticare la cosa più importante”. La donna entrò nella grotta e trovò ogni genere di bene e di preziosi. Affascinata da oro, gioielli e tante cose utili per la sua casa, poggiò per terra il suo bambino e iniziò ansiosamente a mettere da parte mille cose, mentre raccoglieva tutto ciò che poteva nel proprio grembiule. La misteriosa voce parlò nuovamente: “ti rimangono solo otto minuti”. Passò ancora del tempo e la voce riprese: “te ne rimangono quattro”. Il tempo si ridusse ulteriormente e la voce aggiunse: “ultimo minuto!”. Esaurito il tempo a disposizione, piena di tanti oggetti, di oro e di gioielli, quella donna corse fuori e la bocca della caverna fu chiusa. Si ricordò solo allora che il suo bimbo era rimasto dentro, ma la parte rimase chiusa: quello che prese con sé durò poco, ma la sua disperazione per aver perso la propria creatura durò sempre.
La vita è un dono troppo prezioso e decisivo per sprecarlo nel sonno del peccato. Il tempo di Avvento che ci è dato serve per svegliarci, ricordarci, deciderci per tornare alla “cosa più importante”. Perché nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo (Mt 24,44).
grazie don Buon Avvento anche a te
"Mi piace""Mi piace"
Ciao Gaetano, buon avvento anche a te!
"Mi piace""Mi piace"
Tempo di Avvento, il Signore si farà ancora conoscere; ma noi siamo attenti alla sua venuta? ” Cercate di capire questo….”. Donaci Signore ancora fede, “il Signore verrà presto”.
La vita è troppo breve per svegliarci con rimpianti. Non si può dimenticare perciò che il futuro atteso e il passato di cui facciamo memoria hanno il loro punto di congiunzione nel presente che viviamo e dove siamo chiamati a servire il Signore. Con la colletta della celebrazione odierna per questo preghiamo:
“Vigiliamo perché possiamo camminare sulle tue vie di libertà e di amore fino a contemplati nell’eterna gloria”.
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Rosy del tuo breve commento: “la vita è troppo breve per svegliarci con rimpianti…”. Davvero se non ci nascondiamo la verità della sua brevità, la vita acquista un altro sapore/valore…come dice quel salmo: “insegnaci Signore a contare i nostri giorni, e giungeremo alla sapienza del cuore…” Buona settimana!
"Mi piace""Mi piace"
Ascoltando il brano del Vangelo di oggi e leggendo le tue parole ho visto sotto una diversa luce quel “fatidico” momento che mi aveva sempre fatto pensare soltanto al passaggio dalla morte ad un’ altra dimensione.
Penso che quel giorno e quell’ora possano essere invece già qui, su questa terra e sono le occasioni in cui Gesù si manifesta ad ognuno di noi secondo le modalità che Lui solo conosce e sicuramente “personalizza” per ognuno di noi.
Il fatto allora di “essere pronti” lo vedo quindi come un essere pronti a riconoscerlo, qui, ora, nel senso che non si dovrebbero perdere quelle occasioni in cui Lui si fa riconoscere. Sono sicura che Lui con noi provi e riprovi ma siamo noi che non lo vogliamo vedere oppure non riusciamo a vederlo. Sì perché per vederlo dobbiamo prima mettere a nudo noi stessi, cioè vedere tutte le nostre bassezze, riconoscerle e metterle di fronte a noi, liberarci di tutte quelle impalcature che ci fanno sentire apparentemente sicuri.
Oggi invece si cerca di fare delle impalcature sempre più alte per mostrare che l’ uomo si difende da solo, è grande, non teme nulla.
Ma la resa dei conti arriva per tutti anche senza pensare necessariamente alla morte.
La resa dei conti la vedo come il “faccia a faccia con Gesù ” che può anche drammaticamente sconvolgere la vita se non si è preparati a questo incontro: penso ad esempio alla improvvisa perdita di una persona cara che può far crollare tutte le certezze di questa vita se non viene letta con le “lenti” che ci mette a disposizione Gesù che è invece l’unica certezza.
Penso a chi si riduce in povertà o perde la propria casa e le proprie cose….a chi scopre di avere una grave malattia …..questi momenti di disperazione possono provocare il crollo di un uomo.
E in effetti ci sono persone che dopo esperienze così non si rialzano più e addirittura colpevolizzano Dio perché li ha abbandonati.
È proprio per questo che dovremmo “farci trovare” da Gesù, non sfuggire ai suoi richiami……..tante volte si è sentito nelle ultime settimane, ben scandito, che la salvezza non è di tutti anche se è offerta a tutti
"Mi piace""Mi piace"
Ciao Chiara, grazie come sempre delle tue riflessioni in cui mi ritrovo. Mi è piaciuta molto la tua focalizzazione di cosa sia il “tenersi pronti”. Chiediamo al Signore di donarci ogni giorno il suo Spirito per accorgerci delle sue visite…Buona settimana!
"Mi piace""Mi piace"