LA POLIZZA DI DIO SULLA VITA E’ “KASKO”

XXXIII DOMENICA DEL T.O.

anno C (2019)

Mal 3,19-20; 2Ts 3,7-12; Lc 21,5-19

 

Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

 

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L’alta marea che in questi giorni sta mettendo in ginocchio la città di Venezia è spesso simboleggiata sui media dalla Basilica di S.Marco invasa dall’acqua. Pare che nel suo seno siano state danneggiate irrimediabilmente opere dal grandissimo valore artistico-culturale. Una vera apocalisse, per dirla con i titoli dei giornali e dei telegiornali. Non si può essere insensibili a quanto accaduto, eppure il vangelo di questa domenica, paradossalmente, invita a relativizzare l’evento disastroso. All’udire l’ammirazione di alcuni per il materiale con cui era stato costruito il Tempio di Gerusalemme con i suoi doni votivi, il Signore Gesù profetizza a costoro la sua distruzione suscitando l’immediata curiosità: ci puoi dire per favore quando, come e che segno ci sarà della distruzione imminente? (Lc 21, 5-7)

La curiosità, se temperata, è segno di intelligenza. Lasciata a sé stessa, è come un cavallo senza briglie: ci porta fuori strada. Ecco allora la prima raccomandazione del Signore. Attenzione a non lasciarsi fuorviare da gente che si presenta con grande carismaticità, che fa leva proprio sulla curiosità umana annunciando, nel nome di Gesù, la fine di tutte le cose con tanto di date e dettagli: non andate dietro a loro! È l’ordine perentorio del Maestro (Lc 21,8). Seconda raccomandazione: è inevitabile ricevere notizie di guerre e sollevazioni popolari, di rivoluzioni e ogni altro evento naturale e cosmico che gettano instabilità e insicurezza nell’umanità. Basti pensare all’accelerazione dei pericolosi cambiamenti climatici in atto, del progressivo scioglimento dei ghiacciai del mondo, della drastica riduzione di vegetazione nella foresta amazzonica ecc.ecc. (Lc 21,10-11) Davanti a tutto ciò, l’invito di Gesù è di non lasciarsi sopraffare dalla paura: non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine (Lc 21,9).

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Vegliate in ogni momento pregando, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, novembre 2018

Il Signore avverte poi discepoli di ogni tempo circa le persecuzioni che dovranno subire a causa del mio nome. Anche esse sembrano inevitabili, se davvero il discepolo cammina sulla via del Maestro. Il mondo e il suo pensiero dominante, hanno in odio il nome di Gesù. Per questo motivo, i discepoli saranno soggetti al tradimento anche dei più intimi familiari, e l’odio spingerà questi ultimi persino ad ucciderli (Lc 21,16-17). Dentro questa cornice che associa i discepoli al destino di Gesù, giunge la terza raccomandazione: le persecuzioni saranno un’occasione per la loro testimonianza che potrà contare sul fedele, sicuro e irresistibile supporto dello Spirito del Signore; pertanto essi non dovranno preoccuparsi per la loro difesa davanti ai tribunali civili e religiosi (Lc 21,13-15).

Martirio
Metteranno le mani su di voi, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, novembre 2019

Infine, una polizza assicurativa “kasko” del tutto gratuita, come ogni dono che Dio offre all’uomo: ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita (Lc 21,18-19). Il discepolo non va in cerca di assicurazioni sulla vita terrena perché ne ha una di valore incommensurabilmente più grande: la vita eterna di chi risorge da ogni situazione di morte, perché ha messo quella presente nelle mani di Dio. Quest’ultima infatti, è una palestra dove si impara a seguire le orme del Signore Gesù che conducono tutte sotto la sua Croce. Questo è infatti il “luogo” della testimonianza e della salvezza dei discepoli, è il “timbro” che li identifica come figli di Dio e quindi eredi di Dio, se veramente partecipano alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria (cfr.Rm 8,17). È infatti interessante notare che il termine tradotto con la parola “perseveranza” (Lc 21,19), indica in realtà la pazienza. È nella pazienza costante davanti a tutte queste cose che il discepolo viene associato alla Croce di Cristo, e dunque reso partecipe della vita immortale. I suoi occhi non si fermano sulle incertezze di questa vita, ma sulla Parola che gli assicura che non andrà perduta. La vita vera, che è eterna, si nasconde dentro ogni piccola o grande croce della vita terrena.

 

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LA PÓLIZA DE DIOS EN LA VIDA ES UN “SEGURO A TODO RIESGO”

 

La alta marea que en estos días está poniendo de rodillas a la ciudad de Venecia es muchas veces simbolizada en los medios de comunicación sobre la Basílica de S. Marcos invadida por el agua. Parece que en su seno hayan sido arruinadas irremediablemente obras de grandísimo valor artístico-cultural. Una verdadera apocalipsis, para decirla con los títulos de los periódicos y de los noticieros. No se puede ser insensible a lo que está sucediendo, y sin embargo el evangelio de este domingo, paradójicamente, invita a relativizar el evento desastroso. Al escuchar la admiración de algunos por el material con el cual había sido construido el Templo de Jerusalén con sus dones votivos, el Señor Jesús profetiza a ellos su destrucción suscitando la inmediata curiosidad: ¿nos puede decir por favor cuándo, cómo y qué señal habrá de la destrucción inminente? (Lc 21, 5-7)

La curiosidad, se templa, es signo de inteligencia. Dejada a sí misma, es como un caballo sin arnés: nos lleva fuera del camino. He aquí entonces la primera recomendación del Señor. Atención a no dejarse confundir por personas que se presentan con grande carisma, que juega justamente en la curiosidad humana anunciando, en el nombre de Jesús, el fin de todas las cosas con tanto de fechas y detalles: ¡no vayan detrás de ellos! Es la orden  perentoria del Maestro (Lc 21,8). Segunda recomendación: es inevitable recibir noticias de guerra y revueltas populares, de revoluciones y cada otro evento natural y cósmico que echan inestabilidad e inseguridad en la humanidad. Basta pensar a la aceleración de los peligrosos cambios climáticos en acto, del progresivo deshielo de los glaciares del mundo, de la drástica reducción de vegetación en la selva amazónica, etc., etc. (Lc 21,10-11) De frente a todo esto, la invitación de Jesús es de no dejarnos dominar por el miedo: no se aterroricen, porque antes deben suceder estas cosas, pero no es el final (Lc 21,9).

Luego el Señor advierte, discípulos de cada tiempo acerca de las persecuciones que deberán sufrir a causa de mi nombre. También ellas parecen inevitables, si de verdad el discípulo camina por el camino del Maestro. El mundo y su pensamiento dominante, tienen en odio el nombre de Jesús. Por este motivo, los discípulos estarán sujetos a la traición también de los más íntimos familiares, y el odio empujará a estos últimos hasta matarlos (Lc 21,16-17). Dentro de este cuadro que asocia a los discípulos al destino de Jesús, llega la tercera recomendación: las persecuciones serán una ocasión para el testimonio que podrá contar sobre el fiel, seguro e irresistible soporte del Espíritu del Señor; por lo tanto ellos no deberán preocuparse por defenderse delante de los tribunales civiles y religiosos (Lc 21,13-15).

Por último, una póliza de seguro “a todo riesgo” del todo gratuita, como cada don que Dios ofrece al hombre: ni siquiera un cabello de su cabeza se perderá. Con la perseverancia salvarán su vida (Lc 21,18-19). El discípulo no va en busca de seguros en su vida terrena porque tiene una de valor inconmensurablemente más grande: la vida eterna de quien resucita de cada situación de muerte, porque ha puesto la vida presente en las manos de Dios. Esta última de hecho, es un gimnasio donde se aprende a seguir las huellas del Señor Jesús que conducen todas bajo su Cruz. Esto es de hecho el “lugar” del testimonio y de la salvación de los discípulos, es el “sello” que identifica como hijos de Dios y entonces herederos de Dios, si verdaderamente participan a sus sufrimientos para participar también a su gloria (cfr. Rm 8,17).  Es de hecho interesante notar que el término traducido con la palabra “perseverancia” (Lc 21,19), indica en realidad la paciencia. Es en la paciencia constante delante de todas estas cosas que el discípulo viene asociado a la Cruz de Cristo, y entonces hecho partícipe de la vida inmortal. Sus ojos no se detienen en las incertezas de esta vida, sino en su Palabra que asegura que no se perderá. La vida verdadera, que es eterna, se esconde dentro de cada pequeña o grande cruz de la vida terrena.

4 Comments

  1. Più volte nei vangeli di questa settimana abbiamo sentito parlare della caducità della vita, di beni ultimi e penultimi, del consiglio di affidarsi totalmente a Dio …
    e poi quella vedova insistente che con le sue richieste “sfianca” quell’ uomo potente fino ad ottenere perlomeno ascolto.
    Io non so se tutte le “vedove” possano essere accontentate nelle loro preghiere, sicuramente però so che saranno tutte ascoltate. E a volte capiterà che quello che chiediamo con tenacia e perseveranza non si verificherà ma in questo caso ho capito che non dobbiamo rammaricarci perché il frutto della preghiera incessante o “insistente” c’è sempre, ma a volte è completamente diverso da quello che noi possiamo immaginare. Penso che nemmeno una briciola delle nostre invocazioni vada perduta.
    Ricordo che per un periodo un nostro parrocchiano ci invitò a pregare frequentemente e con una certa regolarità per chiedere al Signore il risveglio dal coma di una bambina di sua conoscenza…..dopo molti mesi di preghiera incessante il miracolo apparentemente non si verificò ai nostri occhi umani e questo fu notato da una persona che esterno’ il proprio rammarico per la Grazia “non ricevuta”…..beh, mi sono permessa di rispondere che non possiamo sapere cosa abbiano ottenuto le nostre preghiere, non il risveglio della bambina ma sicuramente hanno dato forza alla madre di portare addosso quella Croce pesante che aveva!
    Noi non possiamo proprio scrutare la mente di Dio, i suoi pensieri non sono i nostri pensieri

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    1. Stiamo affrontando proprio questo argomento nella catechesi delle 10 parole di Dio ai giovani universitari….Se si identificasse la presenza di Dio solo nel miracoloso sarebbe veramente una sciagura…grazie della tua riflessione Chiara!

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  2. proprio vero che bisogna vivere il momento attuale nel proprio contesto attuale . ogni tanto si pensa di poter fare grandi cose mentre invece è la fedeltà nel piccolo la cosa più difficile, fidandosi di Dio che conta i capelli del nostro capo

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