Pubblicato in: Commento alle Scritture, Predicazione, Servizio della Parola

ORA NON LO CAPISCI, LO CAPIRAI DOPO

GIOVEDI’ SANTO

In coena Domini

Es 12,1-8.12-14; 1Cor 11,23-26; Gv 13,1-15 

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».Quando eb be lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

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Che Gesù sia Dio, dopo più di duemila anni di storia, per tantissimi cristiani risulta ben chiaro, formalmente non lo si dubita. Ma che Dio sia servo, così come lo si vede chiaramente in quell’ultima cena, lavando i piedi dei suoi discepoli, questo, anche dopo più di duemila anni, confonde ancora parecchi. Come confuse quella sera il primo papa della storia della chiesa. Poi, come mai ancora oggi si confonda Dio con la proiezione delle nostre immagini di Dio, più consone ai nostri gusti, questo solo Dio lo sa. Se non fosse così, non si capirebbe come mai tanta indignazione a vedere Francesco in poncho e pantaloni. Ma io, e spero anche tu che stai leggendo, vorrei convertirmi ancora a questo movimento di Dio che ci conduce ai piedi di ogni uomo, non a mettere i nostri su di loro. Tempo fa, ho scoperto che Lui sta ancora ai miei piedi e come Pietro, dapprima, non volevo che ci stesse. Ma il Signore è smisuratamente buono, è paziente, è magnanimo e incomprensibilmente misericordioso. Con tutti, e quindi anche con me. Anche con Giuda ha fatto lo stesso. Pietro e Giuda sono le risposte drammatiche a un amore così diverso dal nostro che rivela molta resistenza ad accettarlo. Eppure, se non accetto che Dio sia così, “non avrò parte con Lui”: non c’è il segno di riconoscimento cristiano. Per chi non vuol vivere da cristiano contraffatto, ci vediamo stasera alla memoria di quell’ultima cena.