SI MANIFESTO’ DI NUOVO

III  DOMENICA DI PASQUA

At 5,27b-32.40b-41; Ap 5,11-14; Gv 21,1-15 (forma breve)

 

Il racconto evangelico di oggi ci parla della terza apparizione ai discepoli. Gesù è già apparso ai suoi per due volte (Gv 21,14). Tommaso ha resistito, ma alla fine è caduto in ginocchio davanti al Signore. Ora essi sanno che il maestro crocifisso è tornato in vita dal mondo dei morti. Ora sanno che tutto quello che diceva era vero. Ora sanno che Gesù condivide con il Padre la stessa natura divina. Eppure questo racconto sembra quasi suggerire una fede che rientra nell’ombra. Si ritrovano in sette sul familiare mare di Tiberiade (e gli altri quattro dove sono?…). Pietro decide di andare a pescare e gli altri sei lo seguono (Gv 21,3a). C’è un che di regressione in quelle scarne parole. Sembra quasi che si rientri alla vita di prima senza alcuna traccia di quanto è accaduto. Nessuna preghiera, nessuna richiesta, nessun dialogo: il maestro risorto non viene interpellato. L’esito di quella pesca conferma la mia impressione, si è faticato per pescare nulla (Gv 21,3b). La luminosa esperienza di Gesù risorto non ci sottrae alla realtà, sempre presente in chiaroscuro, della nostra umanità fragile nella fede.

E' il Signore! acquarello di Maria Cavazzini Fortini, aprile 2016
E’ il Signore! acquarello di Maria Cavazzini Fortini, aprile 2016

Ma il Signore si manifesta proprio lì, nei nostri deboli e incerti passi. Egli va loro incontro sulla riva del mare non per rimproverarli, ma per aiutarli; lo fa con una delicatezza infinita, chiedendo loro solo qualcosa da mangiare e indicando una zona precisa per la pesca (Gv 21,5-6a). I pescatori obbediscono, ed ecco il segno a sorpresa: la rete si riempie di pesci al punto che non riuscivano a tirarla su (Gv 21,6b). La memoria si attiva: dove avevamo già assistito a questa scena? Giovanni ci arriva sempre prima: è Lui! (Gv 21,7). E Pietro questa volta è più reattivo alla voce di Giovanni…come è bello Pietro che si butta in mare per raggiungere la riva al solo sentire che c’è il Signore! Gli altri si affrettano a rientrare con la barca ed ecco a riva un altra sorpresa: c’è una grigliata di pesce che già cuoce sul fuoco. Gesù ha domandato da mangiare, ma ha già preparato da mangiare per loro, come una mamma che aspetta i propri figli di rientro da una attività per poi chiamarli a tavola: venite a mangiare (Gv 21,12). Successo nella pesca, cibo già pronto e in abbondanza, gioia nel ritrovarsi con il Signore…Gesù, quando ci sei tu, c’è tutto!!!

Venite a mangiare, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, aprile 2016
Venite a mangiare, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, aprile 2016

In questa scena molto semplice, dove ci si appresta a mangiare insieme con del pesce preparato dal Signore e del pesce appena pescato dai discepoli, c’è da fare un fermo-immagine eucaristico molto importante: allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce (Gv 21,13). Gesù rilancia nuovamente la sua chiamata a Pietro e compagni nel luogo del loro lavoro quotidiano. Essi dovranno diventare, come promesso, dei pescatori di uomini. Ma dovranno ricordare che senza di Lui non si pesca nulla, dovranno ricordare in che modo essi stessi sono stati pescati e ripescati, cioè invitati al banchetto di un amore premuroso e discreto che dona gratuitamente. Dovranno ricordare che i pesci trovati nella rete sono 153, il totale del numero delle specie di pesci esistenti al tempo di Gesù: simbolo della moltitudine umana di ogni popolo della terra che l’amore di Dio vuole raggiungere attraverso di loro, poveri discepoli di ogni tempo della Chiesa, nelle cui mani il Signore mette tutto!

BUONA DOMENICA A TUTTI!

 

10 Comments

  1. Ciò che stupisce nel brano del Vangelo di oggi è che ai discepoli smarriti, Gesù si manifesta ancora.
    I discepoli avevano già incontrato il Risorto, tuttavia, mentre escono per la pesca, si dimenticano, e “il maestro risorto non viene interpellato”.
    Ho letto un articolo “I dilemmi del rischio evangelico”. Facciamo fatica a capire ciò che è opportuno fare !il teologo M. Ronconi porta l’ esempio di un uomo che faceva la fila in una mensa della Caritas, aveva chiesto una porzione di cibo senza avere il biglietto per riceverla; che cosa avremmo fatto per quell’ uomo ? che cosa è meglio fare ?
    Ci sono sempre coloro che si scagliano o che trovano una risposta ad ogni quesito siano esse questioni civili, i migranti, l’abbraccio di Roma con Mosca. Non è tutto così semplice! “sono tutte situazioni simili a dover scegliere fra il negare il pane a uno talmente affamato da forzare le regole o il rischiare di negare il pane ad un altro”.
    Nel brano di Vangelo i discepoli non avevano pescato forse perché avevano gettato le reti nel lato
    sbagliato; solo quando Gesù si accosta a loro si accorgono che ” la memoria si attiva ” e la rete si riempie di pesci al punto che non riescono a tirarla su (Google 22,6b).

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    1. I tempi che viviamo sembrano fatti apposta per complicare le cose semplici, e tuttavia è anche vero che la realtà è più complessa di una volta…ma l’amore all’uomo hic et nunc deve guidare sempre i nostri passi, e la riflessione di Chiara a commento del mio articolo credo ci dia il criterio fondamentale per non cadere nella trappola di ragionamenti che nascondono solo la voglia di evitare i rischi che la fede comporta….Grazie delle tue parole Rosy!

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  2. Il Vangelo è sempre una novità per me, grazie soprattutto a “inviati” come te, dGiacomo, che riescono ad animare parole che sembrano sempre le stesse, ma che invece sono una continua sorpresa!! …..questa volta mi sono soffermata sulla tua frase “…Gesù va loro incontro chiedendo solo qualcosa da mangiare…” , ma come , mi sono chiesta, Gesù non ha detto ” Figlioli, non avete nulla da mangiare?”, come a dire, vengo in vostro soccorso perché siete in difficoltà, poveri uomini! Ma così sarebbe troppo semplice ed è un’ interpretazione che negli anni ho sentito più e più volte.
    Se invece si legge la frase così, ” Fratelli, avete qualcosa da mangiare?”, appare davvero, come dici tu dGiacomo, che Gesù chieda ai suoi discepoli, quindi anche a noi, qualcosa da mangiare.Ma come è possibile che proprio Lui chieda a noi qualcosa? Come è possibile che Lui si faccia talmente indigente, povero, affamato da chiedere a noi, pover’ uomini, di dare o fare qualcosa per Lui? E allora questo mi ha fatto pensare a tutte le volte che Gesù ci si presenta di fronte…tante tante volte se lo vogliamo vedere! Ed è proprio lì, in quelle occasioni che lo possiamo incontrare, inerme, sofferente, affamato, depresso, anziano, povero, senza lavoro…..chiedendo a noi, piccoli uomini, di aiutarlo. In effetti questa è l’ ennesima grande lezione di vita: anche noi a volte ci troviamo nella situazione degli amici pescatori di Gesù e ci sentiamo soli, quasi abbandonati da Lui e gridiamo “dove sei Gesù?” e il grande rischio in queste situazioni è quello di rinchiuderci in noi stessi e nel nostro egoismo, di sentire che ci manca qualcosa. Ed è invece proprio in questo momento che Lui ci è più vicino, basta alzare un attimo lo sguardo da terra, portarlo a ” livello uomo ” e vedremo in quanti e in quali modi Lui si fa vedere, semplicemente guardando chi ci è vicino e tendendogli la mano.In questo modo anche le nostre ferite cominceranno a guarire

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    1. “….se lo vogliamo vedere!” E’ proprio così. Non aggiungo altro perché la tua riflessione davvero non ha bisogno d’altro, Ma è quel “se lo vogliamo vedere” in quei fratelli che hai indicato che mi inquieta in modo sano…Grazie Chiara!

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  3. C’è molto realismo in quel tornare alla quotridianità, senza che venga specificato lo stato d’animo dei personaggi. Lo si può immaginare, è quello di tutti noi nella vita di ogni giorno: gli impegni consueti, la perplessità senza domande, a volte la delusione senza luce…anche chi si impegna a restare sulla via della fede (mi colpisce che il cristianesimo all’inizio si chiamasse “la via”), anche lui può sentirsi privato di una Presenza nella quale crede, ma che sembra sempre nascondersi e sparire al suo sguardo. Noi non vediamo il Signore sull’altra sponda…ma ci sono tanti sull’altra sponda che aspettano di essere visti da noi! E’ qui il senso di questo vedere. Ma che fatica! Grazie don Giacomo di avermi inviato il link, spero di vederti presto (o ti nascondi anche tu allo sguardo per provocare la nostra fede?). Mercoledì prossimo come al solito. Grazia

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  4. Ciao Don Giacomo, grazie per avermi mandato il link che avevo già perchè me lo avevi dato l’anno scorso proprio in questo periodo e ti ringrazio di avermelo ricordato. E’ bello questo brano del vangelo e molto bella la tua interpretazione. E’ toccante sapere che IL SIGNORE è sempre al nostro fianco anche se a volte putroppo non lo vediamo o meglio non lo vogliamo vedere, nè sentire. Mi conforta sapere che LUI c’è, mi è accanto, mi cerca e non mi abbandona. Quando cado nello sconforto non riesco nè ad ascoltarlo, nè a sentirlo, ma poi sento sempre la sua chiamata che mi aiuta a rialzarmi.
    Grazie ancora

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