I DOMENICA DI QUARESIMA
anno C (2025)
Dt 26,4-10; Rm 10,8-13; Lc 4,1-13
Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
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Parte il tempo di quaresima, si va con Gesù nel deserto. L’”ouverture” del vangelo ci ricorda che è lo Spirito Santo che spinge ad andarci. Forse un primo segnale di sano allarme, ancora prima di affrontare il tema delle tentazioni, va rinvenuto nella sazietà di una vita che ci impedisce di ascoltare le mozioni dello Spirito. Lo Spirito infatti, ti fa sempre cercare un deserto dove poter sondare il cuore, laddove avvengono eventi importanti, dove si giocano le nostre decisioni fondamentali, dove si fa la verità per dire a sé stessi da che parte si vuol stare. Se in questo tempo propizio non avverto il bisogno di fermarmi, per rientrare in me stesso ed ascoltare i messaggi che vengono dal profondo, allora le riflessioni successive circa le tentazioni di Cristo rischiano di non aver alcun impatto sulla vita interiore, né indurranno a intraprendere un serio cammino spirituale. Patti chiari amicizia lunga. Un autentico cammino spirituale fa conoscere la voce del tentatore, per conoscere meglio se stessi e il Signore. Per essere, come da esortazione udita domenica scorsa, discepoli ben preparati come il proprio Maestro.
Satana si avvicina a Gesù dopo un lungo digiuno. E la 1a proposta che gli consegna giunge nell’esatto momento in cui ebbe fame. Soffrire la fame non è una bella cosa, l’uomo ha bisogno anche del pane materiale per vivere. Ma il nocciolo della tentazione non sta tanto nella ricerca del cibo in sé stessa, ma nel suggerire di cercare la risposta ai bisogni materiali nella stessa vocazione messianica: se tu sei il Figlio di Dio. Cioè: tu appartieni al divino, sei l’eletto, dunque ti puoi permettere di soddisfare ogni tipo di fame e in qualsiasi modo, persino dicendo a questa pietra che diventi pane. Insomma, approfitta del tuo potere, della tua autorevolezza, del tuo status quo, per rispondere ai tuoi bisogni più essenziali, che male c’è? Risposta di Gesù con la parola di Dio: non di solo pane vivrà l’uomo. La sorgente della vita non sta nel pane, anche se questo è essenziale per una vita umana. La sorgente è nella parola di Dio. La 2a proposta satanica suggerita a Gesù è tipica di coloro che sono affascinati dal potere e dall’avere sempre di più, in genere persone “altolocate”. E difatti il diavolo condusse in alto il Signore per mostrargli una panoramica inebriante del suo regno e convincerlo a prostrarsi davanti a lui, con la promessa di renderlo partecipe di tutto. Ma a Gesù non interessa avere e potere di più sugli altri, perché suo Padre non è così con gli altri: perciò, rispondendo sempre con la parola di Dio, ricorda al nemico che c’è un solo Dio a cui si rende adorazione, il suo amatissimo Padre, che ora è anche Padre nostro.
La 3a proposta diabolica è quella più sottile. Probabilmente per questo Luca, a differenza di Matteo, la colloca come l’ultima, quasi a far emergere una progressione della menzogna nelle tentazioni. Notate come al diavolo piace portare le persone in alto, sempre al vertice di qualcosa: lo pose sul punto più alto del tempio. Però questa volta l’ambiente è quello religioso. E qui, visto che Gesù ha sempre risposto contrapponendo la parola di Dio alle sue proposte, il nemico si esibisce in una astuta, menzognera “performance” teologica. Non a caso prende il salmo 90, presente nella liturgia della parola di questa prima domenica di quaresima. E cita quei versetti che ricordano l’assistenza divina assicurata all’uomo che si affida a Dio. Dio assiste sempre l’uomo che confida in lui, figuriamoci te che sei suo Figlio, il Messia da Lui inviato! Qui ci vuole un colpo di scena: mostrati per quello che sei, buttati giù da questo tempio così confermerai quanto è scritto nel salmo e tutti sapranno che sei proprio tu il prescelto che si fida solo della parola di Dio! Ma Gesù smaschera anche questa tentazione. È anche scritto: non metterai alla prova il Signore tuo Dio. A Dio si ricorre nella prova, ma non lo si mette alla prova, perché di Lui ci si fida. Diversamente ci mettiamo al suo posto, e possiamo arrivare persino a manipolare la sua parola per i nostri tornaconti, come satana ha fatto con il salmo 90. Riassumendo: come satana ha tentato nostro Signore per fargli battere una strada diversa per vivere la propria vocazione e missione, così lavora anche oggi per tentare il suo discepolo con lo stesso obiettivo: offrirgli una strada diversa da quella percorsa dal Maestro, dove non l’amore e il servizio, ma il potere, il possedere, l’apparire e l’aver successo possano conquistarlo e distoglierlo dalla sua sequela. A noi scegliere ogni giorno, da che parte stare e su quale strada continuare a camminare.
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SATANÁS DESVÍA
Comienza el tiempo de cuaresma, se va con Jesús al desierto. La “apertura” del evangelio nos recuerda que es el Espíritu Santo quien impulsa a ir allí. Quizás una primera señal de sana alarma, incluso antes de abordar el tema de las tentaciones, se encuentra en la saciedad de una vida que nos impide escuchar las mociones del Espíritu. El Espíritu, en efecto, te hace buscar siempre un desierto donde poder sondear el corazón, donde ocurren acontecimientos importantes, donde se juegan nuestras decisiones fundamentales, donde se hace la verdad para decirse a sí mismos de qué lado se quiere estar. Si en este tiempo propicio no siento la necesidad de detenerme, para volver a mí mismo y escuchar los mensajes que vienen desde lo profundo, entonces las reflexiones sucesivas sobre las tentaciones de Cristo corren el riesgo de no tener ningún impacto en la vida interior, No te llevarán a un camino espiritual serio. Pactos claros amistad larga. Un auténtico camino espiritual hace conocer la voz del tentador, para conocerse mejor a sí mismos y al Señor. Para ser, según la exhortación oída el domingo pasado, discípulos bien preparados como su propio Maestro.
Satanás se acerca a Jesús después de un largo ayuno. Y la primera propuesta que le entrega llega en el mismo momento en que tenía hambre. Sufrir hambre no es una cosa buena, el hombre necesita también del pan material para vivir. Pero el núcleo de la tentación no está tanto en la búsqueda del alimento en sí misma, sino en sugerir buscar la respuesta a las necesidades materiales en la propia vocación mesiánica: si tú eres el Hijo de Dios. Es decir: tú perteneces al divino, eres el elegido, por tanto puedes permitirte satisfacer todo tipo de hambre y de cualquier manera, incluso diciendo a esta piedra que se convierta en pan. En fin, aprovecha tu poder, tu autoridad, tu status quo, para responder a tus necesidades más esenciales, ¿qué tiene di malo? Respuesta de Jesús con la palabra de Dios: no solo de pan vive el hombre. La fuente de la vida no está en el pan, aunque éste sea esencial para una vida humana. La fuente está en la palabra de Dios. La segunda propuesta satánica sugerida a Jesús es típica de aquellos que están fascinados por el poder y por tener cada vez más, en general personas “altas”. De hecho, el diablo llevó al Señor a la cima para mostrarle una visión embriagadora de su reino y convencerlo de inclinarse ante él, con la promesa de hacerle partícipe de todo. Pero a Jesús no le interesa tener más poder sobre los demás, porque su Padre no es así con los demás: por eso, respondiendo siempre con la palabra de Dios, recuerda al enemigo que hay un solo Dios al que se hace adoración, su amado Padre, que ahora es también nuestro Padre.
La tercera propuesta diabólica es la más sutil. Probablemente por esto Lucas, a diferencia de Mateo, la sitúa como la última, casi para hacer surgir una progresión de la mentira en las tentaciones. Fíjate que al diablo le gusta llevar a la gente arriba, siempre en la cima de algo: lo puso en el punto más alto del templo. Pero esta vez el ambiente es religioso. Y aquí, visto que Jesús siempre ha respondido contraponiendo la palabra de Dios a sus propuestas, el enemigo se exhibe en una astuta, mentirosa “performance” teológica. No por casualidad toma el salmo 90, presente en la liturgia de la palabra de este primer domingo de Cuaresma. Y cita aquellos versículos que recuerdan la asistencia divina asegurada al hombre que se encomienda a Dios. Dios siempre asiste al hombre que confía en él, figurate tú que eres su Hijo, el Mesías enviado por Él! Aquí se necesita un giro de la escena: mostrate por lo que eres, tirate de este templo para confirmar lo que está escrito en el salmo y todos sabrán que eres el elegido que confía solo en la palabra de Dios! Pero Jesús también desenmascara esta tentación. También está escrito: No pondrás a prueba al Señor tu Dios. A Dios se recurre en la prueba, pero no se le pone a prueba, porque en él se confía. De otra manera nos ponemos en su lugar, y podemos llegar incluso a manipular su palabra para nuestros propios fines, como hizo satanás con el salmo 90. Resumiendo: como satanás ha tentado a nuestro Señor para que tome un camino diferente para vivir su vocación y misión, así trabaja también hoy para tentar a su discípulo con el mismo objetivo: Ofrecerle un camino distinto al que ha recorrido el Maestro, donde no el amor y el servicio, sino el poder, la posesión, la apariencia y el éxito puedan conquistarlo y distraerlo de su seguimiento. Nosotros elegimos cada día, de qué lado estamos y en qué camino seguir caminando.
