BATTESIMO DEL SIGNORE
anno C (2025)
Is 40,1-5.9-11;Tt 2,11-14;3,4-7;Lc 3,15-16.21-22
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
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La festa del battesimo di Gesù ci introduce a vivere in profondità l’anno giubilare appena scoccato. S.Paolo, nella 2a lettura di questa liturgia festiva, invita il discepolo Tito a considerare attentamente le conseguenze dell’incarnazione di Dio che abbiamo appena celebrato a Natale: è apparsa la grazia di Dio che porta salvezza a tutti gli uomini….egli ha dato se stesso per noi…quando apparvero la bontà di Dio Salvatore nostro e il suo amore per gli uomini, Egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia…affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo nella speranza, eredi della vita eterna. Sono parole che ci comunicano tutto lo stupore e la fede dell’apostolo nell’opera di Dio compiutasi con l’incarnazione e poi con la passione, la morte e la resurrezione di nostro Signore. Siamo al cuore della nostra fede: Gesù è la bontà, l’amore gratuito (grazia) di Dio per noi. La sua vita donata ha cambiato per sempre il nostro destino. Sono giustificato dal suo amore. E in quanto tale, posso diventare, nella speranza, erede della vita eterna. Qui c’è il nocciolo del cristianesimo, qui c’è anche l’invito del Giubileo a camminare in questa vita come “pellegrini della speranza”.
La speranza è dunque saper attendere con fiducia questo futuro radioso che Dio ci ha assicurato. L’uomo senza speranza si di-spera. Ma solo Dio può dare una speranza che non delude, perché non illude. Coltivare altre speranze può essere molto rischioso. Molte speranze umane, infatti, illudono. La fede del popolo di Israele ha nutrito nei secoli la speranza di vedere realizzate le promesse di Dio. Il vangelo ci dice che per questo il ministero di Giovanni Battista aveva generato tra la gente una grande attesa, segno dell’autenticità delle parole del profeta. Al punto che più di qualcuno sperava fosse lui l’Atteso promesso. Giovanni puntualmente chiariva che non era lui. Però era venuto per annunciare che l’Atteso era presente e che aveva un battesimo più grande del suo, perché donato dal più forte di lui. Uno che avrebbe battezzato in Spirito Santo e fuoco. Eppure, sorpresa delle sorprese, Luca ci narra che, stando in preghiera, il più forte si sottopose al battesimo inferiore insieme a tutti gli altri. E che proprio in quel contesto il cielo si aprì e lo Spirito Santo discese su di Lui.

Questa teofania sorprendente rivela a quale estrema solidarietà Dio si spinge con il male dell’uomo. Nel gesto di Gesù di farsi battezzare da Giovanni c’è già contenuta, in fase embrionale, tutta quella che sarà la sua storia tra gli uomini. La sua vita sarà un costante caricare sulle sue spalle i loro peccati. Perciò Gesù è certificato dalla voce proveniente dal Cielo: tu sei il Figlio mio, l’amato, in te ho posto il mio compiacimento. Il segreto di Gesù non è più un segreto. Essendo il Figlio di Dio amato dal Padre, può rivelare e spiegare con tutta sicurezza che Dio ama gli uomini e lo dimostra proprio nell’amarci nel nostro male, non distanziandosi da esso, fino allo scandalo della Croce. Il battesimo ricevuto ci ha conquistato al suo battesimo. Ora, battezzati in Spirito Santo e fuoco, possiamo udire nel profondo la voce che proclama in noi: tu sei il Figlio mio, l’amato. È una meraviglia indicibile: la vita è giungere a sentire nel nostro profondo questa voce. Giovanni evangelista lo dice così nella sua 1a lettera: figlioli, quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! (1Gv 3,1). Solamente un essere umano che ha scoperto di essere amato da Dio fino a questo punto, può davvero vivere nella speranza. Solamente chi si sente amato, sa che la sua speranza non sarà delusa. È giunto un tempo molto opportuno per ritornare alle sorgenti rinnovanti del nostro battesimo. Il regalo che ci ha costituiti eredi è sempre lì, a nostra disposizione. Il regalo è Dio che ci chiama per sempre suoi figli, eredi della sua stessa vita immortale. La nostra speranza è tutta sostanza.
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LA ESPERANZA ES UN REGALO CONSISTENTE
La fiesta del bautismo de Jesús nos introduce a vivir en profundidad el año jubilar recién terminado. San Pablo, en la segunda lectura de esta liturgia festiva, invita al discípulo Tito a considerar atentamente las consecuencias de la encarnación de Dios que acabamos de celebrar en Navidad: ha aparecido la gracia de Dios que trae salvación a todos los hombres… Él se dio a sí mismo por nosotros… cuando apareció la bondad de Dios nuestro Salvador y su amor por los hombres, Él nos ha salvado no por obras justas que hemos hecho, sino por su misericordia… para que, justificados por su gracia, seamos herederos de la vida eterna en la esperanza. Son palabras que nos comunican todo el asombro y la fe del apóstol en la obra de Dios cumplida con la encarnación y luego con la pasión, muerte y resurrección de nuestro Señor. Estamos en el corazón de nuestra fe: Jesús es la bondad, el amor gratuito (gracia) de Dios para nosotros. Su vida donada ha cambiado para siempre nuestro destino. Estoy justificado por su amor. Y como tal, puedo ser, con esperanza, heredero de la vida eterna. Aquí está el núcleo del cristianismo, aquí está también la invitación del Jubileo a caminar en esta vida como “peregrinos de la esperanza”.
La esperanza es, pues, saber esperar con confianza este futuro radiante que Dios nos ha asegurado. El hombre sin esperanza se des-espera. Pero solo Dios puede dar una esperanza que no decepcione, porque no engaña. Cultivar otras esperanzas puede ser muy arriesgado. Muchas esperanzas humanas, en efecto, engañan. La fe del pueblo de Israel ha alimentado a lo largo de los siglos la esperanza de ver cumplidas las promesas de Dios. El evangelio nos dice que el ministerio de Juan Bautista había generado por ello entre la gente una gran espera, signo de la autenticidad de las palabras del profeta. Hasta el punto de que más de algunos esperaba que fuera él el Esperado prometido. Juan puntualmente aclaró que no era él. Pero había venido a anunciar que el Esperado estaba presente y que tenía un bautismo más grande que el suyo, porque fue dado por el más fuerte de él. Uno que bautizaría en Espíritu Santo y fuego. Sin embargo, sorpresas de las sorpresas, Lucas nos narra que, estando en oración, el más fuerte se sometió al bautismo inferior junto con todos los demás. Y que precisamente en ese contexto el cielo se abrió y el Espíritu Santo descendió sobre Él.
Esta teofanía sorprendente revela a qué extrema solidaridad se mueve Dios con el mal del hombre. En el gesto de Jesús de hacerse bautizar por Juan está ya contenida en fase embrionaria toda la que será su historia entre los hombres. Su vida será un constante cargar sobre sus hombros sus pecados. Por eso Jesùs es certificado de la voz que viene del Cielo: tú eres mi Hijo, el amado, en ti he puesto mi complacencia. El secreto de Jesús ya no es un secreto. Siendo el Hijo de Dios amado por el Padre, puede revelar y explicar con toda seguridad que Dios ama a los hombres y lo demuestra precisamente en amarnos en nuestro mal no distanciándose de él, hasta el escándalo de la Cruz. El bautismo recibido nos ha conquistado en su bautismo. Ahora, bautizados en Espíritu Santo y fuego, podemos oír en lo profundo la voz que proclama en nosotros: tú eres mi Hijo, el amado. Es una maravilla indecible: la vida es llegar a sentir en nuestras profundidades esta voz. Juan el evangelista lo dice así en su 1ra carta: hijitos, ¡qué gran amor nos ha dado el Padre para ser llamados hijos de Dios, y lo somos realmente! (1Jn 3,1). Solo un ser humano que ha descubierto que es amado por Dios hasta este punto puede vivir verdaderamente en esperanza. Solo el que se siente amado sabe que su esperanza no será defraudada. Ha llegado el momento oportuno para volver a las fuentes renovadoras de nuestro bautismo. El regalo que nos ha dado herederos está siempre ahí, a nuestra disposición. El regalo es Dios que nos llama para siempre sus hijos, herederos de su misma vida inmortal. Nuestra esperanza es toda sustancia.