Pubblicato in: Commento alle Scritture, Predicazione, Servizio della Parola

IL POTERE DI GESU’

SOLENNITA’ DI CRISTO RE DELL’UNIVERSO

anno B (2024)

Dn 7,13-14; Ap 1,5-8; Gv 18,33-37

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

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Ho sempre avvertito la solennità di Cristo Gesù Re dell’Universo come una delle feste più belle della nostra fede. Inizialmente “a pelle”, per una spontanea percezione della regalità del nostro Dio, mentre si avviava il risveglio della mia fede. Poi, sempre di più, per una esperienza meditata, sofferta, della regalità del Signore. All’interno di questo cammino che continua, condivido con gioia quel che la Parola mi comunica per voi. Le prime 2 letture della liturgia di oggi ci presentano enfaticamente Gesù come un Re indiscutibile. Il profeta Daniele nella sua visione notturna, lo intra-vede come un uomo veniente sulle nubi del cielo, cui viene riconosciuto potere e gloria su tutte le nazioni, alla presenza di un vegliardo. Un potere eterno – dice il testo – che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto. Il libro dell’Apocalisse gli fa eco affermando la persona di Gesù come il sovrano dei re della terra anch’egli veniente sulle nubi, che dice di se stesso: Io sono l’Alfa e l’Omega, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente! Tra la profezia di Daniele che da lontano intravede il futuro e le parole metastoriche dell’Apocalisse, c’è il vangelo di Giovanni. Secondo una buona parte della esegesi, Giovanni ci narra la passione di Gesù come il culmine di una rivelazione che invece è umanamente discutibile, se non difficile da accettare. Gesù è Re, Lui stesso lo afferma davanti alla domanda del rappresentante del regno più grande del suo tempo. Ma chi crede oggi che Gesù è davvero il Re dei re, e che continua a regnare nella storia umana? Chi, nella propria storia concreta, può testimoniare che Egli regna?

L’episodio evangelico vede Gesù in una situazione profondamente umiliante, portato con forza davanti a Pilato con l’accusa di essere un leader politico che si fa chiamare “re dei giudei”. È stato presentato dagli ebrei come fosse un pericoloso sobillatore del popolo contro Roma, come uno che spera di conquistare il suo potere. E Pilato fa il suo interrogatorio che cerca di verificare questa accusa. Ma Gesù gli precisa subito: il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù. Dunque il Signore non nega di avere un regno, solo si assicura che l’interlocutore capisca che non ha questo tipo di ambizione, e la prova è che al Getsemani nessuno ha combattuto perché non fosse arrestato. Ci ha provato il solo Pietro a sfoderare una spada, ma è stato subito bloccato da Gesù. In realtà sappiamo che anche gli altri apostoli, sicuramente con le loro idee politiche, pensavano al regno di cui parlava il Maestro come un regno da affermare combattendo. Gesù invece non solo non ha cercato una difesa per mezzo delle armi e della violenza ma dimostra, con una dignità impressionante davanti a Pilato, che è venuto a instaurare un regno di un’altra natura. Il regno di Gesù è un regno assolutamente diverso da ogni ipotetico regno umano.

Io sono re 1

Il potere politico del mondo non è l’unico potere. C’è un potere assolutamente diverso, un potere che non è di questo mondo, un potere che si manifesta senza gli ordinari mezzi umani cui si ricorre per affermarlo. È il potere che rivela chi è Gesù Cristo, o Gesù Cristo che rivela questo nuovo potere, che è come dire la stessa cosa. Sorpreso dalle sue parole e dalla maestosa libertà con cui lo fronteggia, Pilato chiede conferma: dunque tu sei re? E Gesù ribadisce: tu lo dici. Io sono re. Per questo sono nato e per questo sono venuto al mondo: per rendere testimonianza alla verità. Il Signore parla del suo essere Re con riferimento alla verità, naturalmente non intendendo una verità scientifica o filosofica. Si tratta infatti della Verità che di lì a poco si dimostrerà solo a chi gli aprirà il cuore. La Verità che l’Amore esiste, ma non siamo noi essere umani a definirlo, a spiegare che cosa è. È la Verità che coincide con la parola “Amore”. Per questo il Signore Gesù aggiunge subito dopo: chiunque è dalla parte della verità, ascolta la mia voce. Proprio nella situazione più umiliante, umanamente più impensabile, Gesù manifesta il suo potere, la gloria di amare gli uomini fino alla fine, donando la sua vita per tutti.

Ecco dunque nell’Apocalisse la professione di fede giovannea: a Colui che ci ama e ci ha liberato con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Il Regno di Dio è un regno che si estende nella storia e che raggiungerà un finale glorioso: il potere di Gesù non può essere rovesciato dalle armi e dalla violenza di nessun regno umano, perché è un potere nascosto e radicato nel profondo dei cuori umani. Ha fatto di noi un regno. Siamo noi oggetto del regno di Dio, sempre che accogliamo Gesù e la sua parola senza vergognarcene in questo mondo. Il potere della verità e dell’amore è crocifisso, ma proprio per la sua crocifissione è eterno e non sarà mai distrutto. Con la sua manifestazione piena sulla Croce, Gesù ci ha trasmesso il suo misterioso potere, quello di entrare in una relazione filiale con Dio Padre che ci può far amare come Lui ci ha amato, lasciando su questa terra una impronta luminosa indelebile. Si racconta che un giorno Nelson Mandela, diventato presidente del Sud Africa, si recò in un ristorante con le sue guardie del corpo. Sul tavolo davanti a loro, c’era un uomo che aspettava di essere servito. Quando gli portarono le sue pietanze, Mandela chiese a una delle sue guardie: “vai a chiedere a quel signore di unirsi a noi”. La guardia obbedì e trasmise l’invito del presidente. Quell’uomo si alzò, prese il suo piatto e sedette accanto al presidente. Mentre mangiava, le sue mani tremavano costantemente e non riusciva ad alzare la testa dal suo cibo, né riusciva a pronunciare alcuna parola. Quando finirono, salutò furtivamente senza guardare nessuno in faccia, mentre Mandela gli allungava la mano. Allora la guardia del corpo disse: “Presidente, quell’uomo doveva essere molto malato, visto che le sue mani non smettevano di tremare mentre mangiava”. Mandela gli disse: “No, assolutamente! La ragione del suo tremore è un’altra. Quell’uomo era il custode della prigione dove sono stato rinchiuso per anni. Quando mi torturava, io urlavo e piangevo chiedendo un po‘ d’acqua e lui mi umiliava, rideva di me e invece di darmi acqua, urinava sulla mia testa. Non è malato, aveva solo molta paura che io, ora presidente del Sudafrica, lo mandassi in carcere e gli facessi quello che lui ha fatto a me. Ma io non sono così”. Questo è il potere regale di Gesù Cristo, il potere divino che si trasmette a tutti quelli che diventano suoi discepoli.

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EL PODER DE JESUS

Siempre he sentido la solemnidad de Cristo Jesús Rey del Universo como una de las fiestas más bellas de nuestra fe. Inicialmente “a flor de piel”, por una percepción espontánea de la realeza de nuestro Dios, mientras se iniciaba el despertar de mi fe. Luego, cada vez más, por una experiencia meditada, sufrida, de la realeza del Señor. Dentro de este camino que continúa, comparto con alegría lo que la Palabra me comunica para ustedes. Las dos primeras lecturas de la liturgia de hoy nos presentan enfáticamente a Jesús como un Rey indiscutible. El profeta Daniel en su visión nocturna, lo ve como un hombre que viene sobre las nubes del cielo, al que se reconoce poder y gloria sobre todas las naciones, en presencia de un anciano. Un poder eterno – dice el texto – que nunca terminará, y su reino nunca será destruido. El libro del Apocalipsis le hace eco afirmando la persona de Jesús como el soberano de los reyes de la tierra también el que viene sobre las nubes, quien dice de sí mismo: ¡Yo soy el Alfa y el Omega, Aquel que era y que viene, el Todopoderoso! Entre la profecía de Daniel que desde lejos vislumbra el futuro y las palabras metahistóricas del Apocalipsis, está el evangelio de Juan. Según una buena parte de la exégesis, Juan nos narra la pasión de Jesús como el culmen de una revelación que en cambio es humanamente discutible, si no difícil de aceptar. Jesús es Rey, lo afirma él mismo ante la pregunta del representante del reino más grande de su tiempo. Pero, ¿quién cree hoy que Jesús es realmente el Rey de reyes y que continúa reinando en la historia humana?  ¿Quién, en su propia historia concreta, puede dar testimonio de que Él reina?

El episodio evangélico ve a Jesús en una situación profundamente humillante, llevado con fuerza ante Pilato con la acusación de ser un líder político que se hace llamar “rey de los judíos”. Fue presentado por los judíos como un peligroso agitador del pueblo contra Roma, como uno que espera conquistar su poder. Y Pilato hace su interrogatorio que trata de verificar esta acusación. Pero Jesús le dice enseguida: mi reino no es de este mundo; si mi reino fuera de este mundo, mis siervos habrían luchado para que no fuese entregado a los judíos, pero mi reino no es de aquí. Por lo tanto, el Señor no niega tener un reino, solo se asegura de que el interlocutor entienda que no tiene este tipo de ambición, y la prueba es que en Getsemaní nadie luchó para que no fuera arrestado. Pedro solo intentó sacar una espada, pero fue inmediatamente bloqueado por Jesús. En realidad sabemos que los otros apóstoles, seguramente con sus ideas políticas, pensaban también en el reino del que hablaba el Maestro como un reino para afirmar luchando. Jesús, en cambio, no solo no ha buscado una defensa por medio de las armas y la violencia sino que demuestra, con una dignidad impresionante ante Pilato, que ha venido a instaurar un reino de otra naturaleza. El reino de Jesús es un reino absolutamente diferente a cualquier hipotético reino humano.

El poder político del mundo no es el único poder. Hay un poder absolutamente diferente, un poder que no es de este mundo, un poder que se manifiesta sin los medios humanos ordinarios a los que se recurre para afirmarlo. Es el poder que revela quién es Jesucristo, o Jesucristo que revela este nuevo poder, que es como decir lo mismo. Sorprendido por sus palabras y la majestuosa libertad con que lo enfrenta, Pilato pide confirmación: Entonces, ¿eres rey? Y Jesús lo confirma: tú lo dices. Yo soy rey. Para esto nací y por esto vine al mundo: para dar testimonio de la verdad. El Señor habla de su ser Rey con referencia a la verdad, no queriendo decir una verdad científica o filosófica. Se trata de la verdad que poco después se demostrará solo a quien le abra el corazón. La Verdad que el Amor existe, pero no somos nosotros los seres humanos para definirlo, para explicar lo que es. Es la Verdad que coincide con la palabra “Amor”. Por eso el Señor Jesús añade inmediatamente después: Quien esté del lado de la verdad, escuche mi voz. Precisamente en la situación más humillante, humanamente más impensable, Jesús manifiesta su poder, la gloria de amar a los hombres hasta el final dando su vida por todos.

He aquí, pues, en el Apocalipsis la profesión de fe de Juan: a Aquel que nos ama y nos ha liberado con su sangre, que nos ha hecho reino, sacerdotes para su Dios y Padre, a él gloria y poder por los siglos. El Reino de Dios es un reino que se extiende en la historia y que alcanzará un final glorioso: el poder de Jesús no puede ser derrocado por las armas y la violencia de ningún reino humano, porque es un poder oculto y arraigado en lo profundo de los corazones humanos. Ha hecho de nosotros un reino. Somos nosotros objeto del reino de Dios, siempre que acojamos a Jesús y su palabra sin avergonzarnos de ello en este mundo. El poder de la verdad y del amor está crucificado, pero precisamente por su crucifixión es eterno y nunca será destruido. Con su manifestación plena en la Cruz, Jesús nos ha transmitido su misterioso poder, el de entrar en una relación filial con Dios Padre que puede hacernos amar como Él nos ha amado, dejando sobre esta tierra una huella luminosa indeleble. Se cuenta que un día Nelson Mandela, convertido en presidente de Sudáfrica, fue a un restaurante con sus guardaespaldas. En la mesa frente a ellos, había un hombre esperando a ser servido. Cuando le trajeron su comida, Mandela le pidió a uno de sus guardias: “Ve y pídele al caballero que se una a nosotros“. El guardia obedeció y transmitió la invitación del presidente. El hombre se levantó, tomó su plato y se sentó al lado del presidente. Mientras comía, sus manos temblaban constantemente y no podía levantar la cabeza de su comida ni pronunciar ninguna palabra. Cuando terminaron, saludó sigilosamente sin mirar a nadie a la cara mientras Mandela le extendía la mano. Entonces el guardaespaldas dijo: “Presidente, ese hombre debía estar muy enfermo, ya que sus manos no dejaban de temblar mientras comía”. Mandela le dijo: “¡No, absolutamente! la razón de su temblor es otra. Ese hombre era el guardián de la prisión donde estuve encerrado durante años. Cuando me torturaba, yo gritaba y lloraba pidiendo un poco de agua y él me humillaba, se reía de mí y en lugar de darme agua, orinaba sobre mi cabeza. No está enfermo, solo tenía mucho miedo de que yo, ahora presidente de Sudáfrica, lo enviara a la cárcel y le hiciera lo que él me hizo. Pero yo no soy así“. Este es el poder real de Jesucristo, el poder divino que se transmite a todos los que se convierten en sus discípulos