Pubblicato in: Commento alle Scritture, Predicazione, Servizio della Parola

RIENTRARE NEL CUORE

XXII DOMENICA DEL T.O.

anno B (2024)

Dt 4,1-2.6-8; Gc 1,17-18.21-22.27; Mc 7,1-8.14-15.21-23

 

Si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

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Si riunirono attorno a Gesù scribi e farisei provenienti da Gerusalemme. Stando a quanto riferiscono i vangeli, questo tipo di riunioni accadeva sovente, ma quasi mai con intenzioni pacifiche. Gesù e il suo vangelo erano un grosso problema per l’ordine religioso costituito. Nel testo di oggi vediamo questo gruppo muovere una contestazione a partire da una omissione: come mai – chiedono a Gesù – i suoi discepoli non fanno ciò che invece essi fanno scrupolosamente, ossia lavarsi le mani e mille altre abluzioni prima di mangiare secondo tradizione religiosa? Ed ecco emergere il tema sempre attuale delle osservanze religiose esteriori, formali, ma non corrispondenti a una religiosità che parta dal cuore umano. La risposta di Gesù non lascia adito a dubbi. Il Signore denuncia apertamente, evocando una profezia di Isaia, la lampante ipocrisia di costoro. Essi invano rendono culto a Dio insegnando dottrine che sono precetti di uomini. In questo modo trascurano quello che veramente conta per Dio, osservando tradizioni solo umane. Perché è un tema sempre attuale? La risposta è semplice. Perché è sempre più facile per noi uomini concentrare l’attenzione sui gesti esteriori, è più facile curare e dar importanza alla forma dei nostri atti religiosi piuttosto che verificare se nascono da un cuore autentico, aperto e disponibile a Dio. Insomma, molto meglio mettere in discussione la forma che il cuore della religione.

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Infatti, dopo aver messo al loro posto scribi e farisei, il Signore Gesù chiama tutti ad ascoltarlo e capire bene il suo insegnamento. Il problema infatti di scribi e farisei è di pensare che ci sia un’impurità incombente su chi non osserva meticolosamente i rituali religiosi; che ci sia insomma una impurità, un’adulterazione della fede, che possa provenire dall’esterno dell’uomo. Sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro – dice con autorità il Signore aggiungendo subito un elenco di malizie che ci abitano dentro. Dunque Egli esige da noi una religione che sia attenta non alla purezza esterna, rituale, ma a quella del cuore. La nostra fede o ci fa occupare del nostro cuore oppure non è autentica. Un giorno Gesù confidò a S. Faustina Kowalska: “ci sono anime per le quali non posso fare nulla. Sono le anime che vivono fuori dal proprio cuore, quelle che spiano continuamente le altre e non sanno quello che avviene nell’intimo di sé stessi. Povere anime che non ascoltano le mie parole, restano vuote nel loro intimo perché non mi cercano all’interno del cuore, ma fuori di sé, nei pettegolezzi umani, dove io non ci sono mai…” Che ne dite? Molto chiaro il Maestro. Quando tutta l’attenzione è posta sulle osservanze esterne, è praticamente inevitabile che si pecchi contro l’amore di Dio, perché si giudicano gli altri che non si comportano secondo ciò che per noi è importante nella religione. Come è facile ingannarsi!

Ho tre salmi davidici che sono come tre colonne mobili che sostengono il mio cammino di fede. Alla mia destra ho il salmo 102 che è un meraviglioso inno benedicente la immensa misericordia di Dio. Alla mia sinistra ho il salmo 138 che è una confessione di fede nel mistero di Dio in relazione al mistero della mia esistenza. Ma davanti a me, come suggerisce lo stesso salmo, ho sempre il salmo 50 dove ad un certo punto il salmista dice: crea in me o Dio un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Davide aveva capito che l’autentica religione si gioca all’interno del proprio cuore, e che questo, essendo radicalmente peccatore, ha bisogno di Dio stesso perché diventi puro, liberandosi da tutte le doppiezze e le malizie che lo abitano. La buona notizia (il vangelo) è che Gesù è venuto per rendere possibile questo vero e proprio trapianto di cuore. Gesù si è lasciato trafiggere il cuore perché potesse diventare il nostro cuore, come Dio aveva già promesso attraverso la voce dei profeti. Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne (Ez 36,26). Dunque a noi la scelta. O continuare nell’inganno di coltivare una religione rassicurante e accomodante che fa leva sull’esteriorità dei nostri gesti. Oppure occuparsi del proprio cuore, lasciando che Dio possa risanarlo alla radice, guarendolo dai suoi mali e rendendolo capace di amarlo e seguirlo. Se uno sta camminando su questa via, allora comprenderà e farà comprendere agli altri le parole di S.Giacomo della 2a lettura, quando dice religione pura e senza macchia è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puro da questo mondo. Chi sta permettendo al Signore il cambiamento del proprio cuore, manifesterà nella sua vita questo tipo di amore, amando con amore di predilezione coloro che Dio ama con predilezione e vivendo libero dalla mentalità di questo mondo, nemica della verità e di Dio.  

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VOLVER AL CORAZÓN

Se reunieron alrededor de Jesús los escribas y fariseos que venían de Jerusalén. Según los evangelios, este tipo de reuniones se realizaban con frecuencia, pero casi nunca con intenciones pacíficas. Jesús y su evangelio eran un gran problema para el orden religioso establecido. En el texto de hoy vemos a este grupo mover una contestación partiendo de una omisión: ¿cómo es que – preguntan a Jesús – sus discípulos no hacen lo que ellos en cambio hacen escrupulosamente, o sea, lavarse las manos y otras mil abluciones antes de comer según la tradición religiosa? Aquí surge el tema siempre actual de las observancias religiosas exteriores, formales, pero no correspondientes a una religiosidad que parte del corazón humano. La respuesta de Jesús no deja lugar a dudas. El Señor denuncia abiertamente, evocando una profecía de Isaías, la flagrante hipocresía de éstos. En vano adoran a Dios enseñando doctrinas que son preceptos de hombres. De esta manera descuidan lo que realmente importa para Dios, observando tradiciones solo humanas. ¿Por qué es un tema siempre actual? La respuesta es simple. Porque es siempre más fácil para nosotros los hombres concentrar la atención en los gestos exteriores, es más fácil cuidar y dar importancia a la forma de nuestros actos religiosos que verificar si nacen de un corazón auténtico, abierto y disponible a Dios. En resumen, mucho mejor cuestionar la forma que el corazón de la religión.

En efecto, después de haber puesto en su lugar a escribas y fariseos, el Señor Jesús llama a todos a escucharlo y comprender bien su enseñanza. El problema de los escribas y fariseos es pensar que hay una impureza que se cierne sobre quien no observa meticulosamente los rituales religiosos; que, en definitiva, hay una impureza, una adulteración de la fe, que puede provenir del exterior del hombre. Son las cosas que salen del hombre que lo hacen impuro– dice con autoridad el Señor añadiendo inmediatamente una lista de maldades que habitan dentro. Por lo tanto, Él exige de nosotros una religión que esté atenta no a la pureza externa, ritual, sino a la del corazón. Nuestra fe o nos hace ocupar nuestro corazón o no es auténtica. Un día Jesús confió a S. Faustina Kowalska: “Hay almas por las que no puedo hacer nada. Son las almas que viven fuera de su propio corazón, los que espían continuamente a los demás y no saben lo que sucede en el interior de sí mismos. Pobres almas que no escuchan mis palabras, permanecen vacías en su interior porque no me buscan dentro del corazón, sino fuera de sí, en los chismoseos humanos, donde yo nunca estoy…” ¿Qué dicen? muy claro el Maestro. Cuando toda la atención está puesta en las observancias exteriores, es prácticamente inevitable que se peque contra el amor de Dios, porque se juzga a los demás que no se comportan según lo que para nosotros es importante en la religión. ¡Qué fácil es engañarse!

Tengo tres salmos de David que son como tres columnas móviles que sostienen mi camino de fe. A mi derecha tengo el salmo 102 que es un maravilloso himno bendiciendo la inmensa misericordia de Dios. A mi izquierda tengo el salmo 138 que es una confesión de fe en el misterio de Dios en relación con el misterio de mi existencia. Pero ante mí, como sugiere el mismo salmo, siempre tengo el salmo 50 donde en cierto punto el salmista dice: Crea en mí, o Dios, un corazón puro, renueva en mí un espíritu firme. David había comprendido que la auténtica religión se juega dentro del propio corazón, y que éste, siendo radicalmente pecador, necesita de Dios mismo para llegar a ser puro, liberándose de todas las duplicidades y maldades que lo habitan. La buena noticia (el evangelio) es que Jesús vino para hacer posible este verdadero trasplante de corazón. Jesús se dejó traspasar el corazón para que pudiera ser nuestro corazón, como Dios ya había prometido a través de la voz de los profetas. Les daré un corazón nuevo, pondré en ustedes un espíritu nuevo, quitaré de ustedes el corazón de piedra y les daré un corazón de carne (Ez 36,26). Por lo tanto, la elección es nuestra. O continuar en el engaño de cultivar una religión tranquilizadora y complaciente que hace palanca sobre la exterioridad de nuestros gestos. Cuidar el propio corazón, dejando que Dios lo sane en su raíz, sanándolo de sus males y haciéndole capaz de amarlo y seguirlo. Si uno está caminando por este camino, entonces comprenderá y hará comprender a los demás las palabras de Santiago de la segunda lectura, cuando dice religión pura y sin mancha es ésta: socorrer a los huérfanos y viudas en sus aflicciones y conservarse puro de este mundo. Quien está permitiendo al Señor el cambio de su corazón, manifestará en su vida este tipo de amor, amando con amor predilecto a aquellos que Dios ama con predilección y viviendo libre de la mentalidad de este mundo, enemiga de la verdad y de Dios.