RICOMINCIA DACCAPO

II DOMENICA DI AVVENTO

Is 40,1-5.9-11; 2Pt 3,8-14; Mc 1,1-8

 

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri». Vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

 

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Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio (Mc 1,1). Amo la “ouverture” letteraria dell’opera di Marco perché è una concisa dichiarazione di fede che racchiude tutto quello che vuole raccontare. Ogni lettore, se apre il suo cuore alla Parola che ascolta, può davvero vivere un nuovo inizio della sua storia. Infatti, l’inizio della lieta notizia per l’uomo è la storia di Gesù: se questa storia entra nella sua storia, allora comincia un nuovo capitolo della propria esistenza, comincia una nuova vita, un nuovo mondo si schiude ai suoi occhi. Gesù è sempre pronto a ricominciare daccapo con l’uomo. Perché come dice Pietro, davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno (2Pt 3,8).

Come è giunta questa lieta notizia per l’umanità di nome Gesù? Con la realizzazione delle profezie, in particolare con l’invio di un messaggero di nome Giovanni che realizza la profezia di Isaia (Is 40,3). Anche oggi Dio, fedele a sé stesso, invia messaggeri ai suoi figli per annunciarsi. Chi è il Giovanni Battista della tua vita? Sapresti individuarlo? Sappi che, perché sia tale, deve essere voce di uno che grida nel deserto: cioè uno che parla con chiarezza ma in uno spazio dove è dai più inascoltato (chi c’è in un deserto a udire uno che grida?). Deve essere anche uno che richiama a preparare la via del Signore nel deserto (Mc 1,3): ovvero uno che ti attrae ad andare al nocciolo essenziale della vita, che non si può cogliere se non incontrando sé stessi mentre ci si impegna a far tacere le mille voci che tirano la tua vita da tutte le parti, fuorché da quella di Dio. Insomma, deve essere uno che alla fine ti rimette in contatto con la nostalgia di Dio che abita nel profondo del tuo cuore. Per questo, nonostante vivesse in un deserto, accorrevano a Giovanni tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme (Mc 1,5a).

10 bis
Giovanni battezza nel Giordano, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, dicembre 2013

Ma non solo. Deve essere uno che provoca (“pro-vocare”, cioè “chiama fuori”) la tua vita al punto da aiutarti a vedere e poi confessare i tuoi peccati, non per paura di Dio, ma appunto perché ti aiuta a incontrare il tuo vero io (Mc 1,5b). Egli è uno che ti vuole convincere di peccato solo per farti gustare il dono che Dio ti vuole rinnovare: il perdono dei peccati (Mc 1,4). Inoltre, con la sobrietà della sua vita (Mc 1,6) è uno che ti fa innamorare di Gesù perché innamorato a tal punto di Lui da essere sempre pronto a farsi da parte: poiché gli basta l’onore di essere al suo servizio, consapevole della propria indegnità e del limite del suo ministero (Mc 1,7-8).

Conoscete la storiella di quell’uomo “credente” che, naufrago in mare, ad ogni barca che gli si accostava per soccorrerlo replicava: “andate pure, so che Dio mi salverà”? Dopo aver rifiutato di salire su varie barche che gli si erano avvicinate per il soccorso, quell’uomo morì annegato. E il racconto si conclude con l’uomo che giunge alle porte del paradiso e subito si rivolge a Dio dicendogli: “avevo fede che mi avresti soccorso, perché dunque mi hai fatto morire in mare?” Dio gli risponde: “ma se ti ho mandato almeno una decina di barche per salvarti, sciocco!…”. Credo che Dio ci mandi sempre messaggeri di salvezza per la nostra vita che sono il più delle volte a un tiro di schioppo nel parlarci! Il problema spesso è la nostra sordità (per questo anche il Battista attuale dovrà gridare!…), le nostre resistenze, la nostra attesa sbagliata (cfr. la storiella precedente), oppure il pensare che un messaggero come il Battista attuale debba riprodurre necessariamente le categorie del passato (quanti corrono dietro al primo profeta di sventura che si presenta accreditato da innumerevoli digiuni, piedi scalzi e carismi eccezionali…): forse anche per questo quell’uomo naufrago della storiella non salì su nessuna di quelle barche, tanto gli sembrava troppo normale il messaggero di Dio che gli chiedeva di farsi soccorrere!

Questo tempo di Avvento avrà ancora una volta il suo Giovanni Battista. Non facciamolo gridare invano. Torniamo ad ascoltarlo creando il deserto dentro di noi, ovvero preparando la nostra anima a una silenziosa accoglienza del vangelo di Dio: Gesù Cristo Signore nostro. Giovanni ci invita a ricominciare daccapo la nostra storia andando incontro all’inizio della sua che si avvia da un luogo povero, inospitale, assolutamente imprevisto. Se camminiamo veramente verso quel luogo, per noi è la promessa sicura: egli vi battezzerà in Spirito Santo (Mc 1,8), cioè saremo nuovamente immersi nel mistero di Dio che si è immerso nella nostra umanità.

 

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VUELVE A COMENZAR DESDE EL COMIENZO

 

Comienzo del evangelio de Jesucristo, Hijo de Dios (Mc 1,1). Amo la “ouverture” literaria de la obra de Marco porque es una concisa declaración de fe que encierra todo aquello que quiere contar. Cada lector, si abre su corazón a la Palabra que escucha, puede de verdad vivir un nuevo comienzo de su historia. De hecho, el comienzo de la feliz historia para el hombre es la historia de Jesús: si esta historia entra en su historia, entonces comienza un nuevo capítulo de la propia existencia, comienza una nueva vida, un nuevo mundo se abre a sus ojos. Jesús siempre está listo a volver a comenzar desde el comienzo con el hombre. Porque como dice Pedro, para el Señor un solo día son como mil años y mil años como un solo dia (2Pt 3,8).

¿Cómo ha llegado esta feliz noticia para la humanidad de nombre Jesús? Con las realizaciones de las profecias, en particular con el envío de un mensajero de nombre Juan que realiza la profecía de Isaias (Is 40,3). Dios, también hoy, fiel a sí mismo, envía mensajeros a sus hijos para anunciarse. ¿Quién es el Juan Bautista de tu vida? ¿sabrías identificarlo? Debes saber que, para que sea tal, debe ser voz de uno que grita en el desierto: o sea uno que habla con claridad pero en un lugar donde es de los menos escuchados (¿quién está en un desierto escuchando a uno que grita?). Debe ser también uno que llama a preparar el camino del Señor en el desierto (Mc 1,3): o mejor uno que te atrae a ir al corazón de lo esencial de la vida, que no se puede tomar sino solo encontrandose a sí mismo mientras nos empeñamos a hacer callar las miles voces que tiran tu vida por todas partes menos a la de Dios. En conclusión, debe ser uno que al final te vuelve a poner en contacto con la nostalgia de Dios que vive en lo profundo de tu corazón . Para esto, a pesar de que viviera en un desierto, concurrían a Juan toda la región de Judea y todos los habitantes de Jerusalém (Mc 1,5a).

Pero no solo. Debe ser uno que provoca (“pro-vocar”, o sea “llama afuera”) tu vida al punto de ayudarte a ver y luego confesar tus pecados, no por miedo de Dios, sino justamente porque te ayuda a encontrar tu verdadero yo (Mc 1,5b). Él es uno que te quiere convencer de pecado solo para hacerte gustar el don que Dios te quiere renovar: el perdón de los pecados (Mc 1,4). Además, con la sobriedad de su vida (Mc 1,6) es uno que te hace enamorar de Jesús porque enamorado a tal punto de Él que está siempre listo a ponerse a un costado: porque le basta el honor de estar a su servicio, consciente de ser indigno y del límite de su propio ministerio (Mc 1,7-8).

Conocen la historia de aquél hombre “creyente” que, náufrago en el mar, a cada barca que se le acercaba para socorrerlo replicaba: “váyanse, ¿sé que Dios me salvará? Después de haber rechazado subir sobre varias barcas que se le habían acercado para socirrerlo, aquél hombre murió ahogado. Y la historia se concluye con el hombre que llega a las puertas del paraíso e inmediatamente se dirige a Dios diciéndole: “tenía fe en que me hibieras auxiliado ¿por qué entonces me has hecho morir en el mar?” Dios le respondió: “pero si te he enviado al menos una docena de barcos para salvarte ¡tonto!…” Creo que Dios nos mande siempre mensajeros de salvación para nuestra vida que ¡están más de las veces a un tiro de piedra a hablarnos! El problema muchas veces es nuestra sordera (Por esto también el Bautista actual deberá ¡gritar!…), nuestras resistencias, nuestra espera equivocada (cfr. la historia precedente), o también el pensar que un mensajero como el Bautista actual deba reproducir necesariamente las categorias del pasado (cuantos corren detrás del primer profeta de desventura que se presenta acreditado por innumerables ayunos, pies descalzos y carismas excepcionales…): quizás también por esto aquél hombre náufrago de la historia no subió en ninguna de aquellas barcas, ¡por tanto normal le parecía el mensajero de Dios que le pedía hacerse auxiliar!

Este tiempo de Adviento tendrá todavía una vez más su Juan Bautista. No lo hagamos gritar en vano. Regresemos a escucharlo creando el desierto dentro de nosotros, o mejor preparando nuestra alma a una silenciosa acogida del evangelio de Dios: Jesucristo Señor nuestro. Juan nos invita a volver a caminar desde el comienzo nuestra historia yendo al encuentro del comienzo de la suya que se parte de un lugar pobre, no acogedor, absolutamente imprevisto. Si caminamos verdaderamente hacia aquél lugar, para nosotros es la promesa segura: Él los bautizará en Espíritu Santo (Mc 1,8), o sea estaremos nuevamente zambullidos en el misterio de Dios que se ha zambullido en nuestra humanidad.

2 Comments

  1. Leggendo le tue riflessioni e questo brano del Vangelo mi sono balzati agli occhi i “deserti” che conosco ed in particolare, quel deserto rappresentato dai nostri gruppi giovanili. Sono rimasta davvero impressionata dal fatto che su due annate consecutive di “cresimati” nella nostra Parrocchia due ragazze soltanto abbiano accettato l’ invito ad aggregarsi ad un gruppo già avviato, pur se anch’ esso in crisi. Per me questo è un campanello d’allarme purtroppo non ascoltato. I nostri giovani oggi fanno fatica ad individuare la voce di “Giovanni che grida”, per offrire loro un modo diverso e nuovo di leggere la realtà che li circonda e li ubriaca, in tutti i sensi.
    E noi, che potremmo essere dei “ripetitori ” del messaggio di Giovanni, dove siamo? Cosa stiamo facendo in concreto per loro? Questo per me è un grande deserto

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  2. Giovanni ci invita a ricominciare daccapo quasi a rinunciare delle nostre false sicurezze per seguire
    l’unica via sicura,quella dell’amore.
    Quanti naufraghi che non sanno
    dove aggrapparsi, quanti giovani
    dice bene Chiara che hanno perso
    di ascoltare perché frastornati da tanto chiasso d’intorno.
    Un altra storiella che ho letto
    mi ha fatto riflettere ;diceva che al settimo giorno Dio fa una festa e che tutti gli esseri viventi portano dei doni aDio, arrivato il turno dell’uomo non dà a Dio un dono qualsiasi, ma saltato sulle sue ginocchia
    gli dice :”ti voglio bene”.

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