DOV’È COLUI CHE E’ NATO?

EPIFANIA DEL SIGNORE

Is 60,1-6; Ef 3,2-3a.5-6; Mt 2,1-12

Il viaggio dei re Magi, Acquarello di Maria Cavazzini Fortini, dicembre 2014
Il viaggio dei re Magi, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, gennaio 2014

Nella notte della nuova creazione Luca evangelista non ci ha parlato di tutti quelli che si recarono presso la sacra mangiatoia. Matteo invece ci dice che a Betlemme, al cospetto di Gesù appena nato, giunsero da lontano, dopo breve sosta a Gerusalemme, anche dei misteriosi personaggi che successivamente la Tradizione ha enumerato e nominato: erano tre e si chiamavano Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Essi, guidati da un astro apparso in cielo, credettero giustamente di dover cercare nella capitale d’Israele il neonato regale. Naturalmente, si recarono dal re Erode in persona per rivolgergli la debita domanda: se infatti un re è nato, si deve trovare dalle sue parti, cioè nei palazzi dove vivono tutti i re (Mt 2,2). Rimango sempre molto colpito da ciò che suscitò quella domanda nel cuore di Erode e di tutta Gerusalemme. A parte il turbamento tipico di tutti quelli che vivono come se il mondo girasse intorno a loro, persone che non possono assolutamente sopportare che qualcuno rubi loro la scena, mi pare evidente, dalla diffusione generale di tale turbamento, che tutta la città del popolo eletto non si stesse dando molto da fare per scrutare i segni e i tempi della venuta del Messia.

In ogni caso, il turbamento di Erode (così diverso da quello di Maria!) lo porta a riunire il suo stato maggiore religioso per cercare di capire dove doveva nascere il Messia. E costoro gli offrono una indicazione della Sacra Scrittura con precisione chirurgica (Mt 2,5-6). A questo punto Erode, autentico lupo travestito da agnello, chiede notizie ai Magi circa la stella che li stava guidando, dice loro di andare pure a Betlemme, di raccogliere le dovute informazioni e fargli sapere qualcosa sul neonato, perché anch’io venga ad adorarlo (Mt 2,7-8). Le trame di morte hanno sempre una bella maschera di bontà. Tutti i loro artefici assomigliano al loro maestro: satana, artista unico nel camuffare le proprie intenzioni attraverso progetti di bene!

Sappiamo come finì il viaggio-ricerca dei Magi. La stella riapparve (confermando l’indicazione della Bibbia) proprio su Betlemme, sul luogo preciso dove nacque Gesù (Mt 2,9). Quanto avrei desiderato vedere i volti di quegli uomini venuti da lontano quando scoprirono il luogo così povero e comunissimo dove nacque il Re dei re. Quale stupore, quale silenzio, quale sorpresa dovettero invadere i loro cuori alla vista del bambino in braccio a sua madre! Per questo il testo ci dice che essi si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (Mt 2,11). Un comportamento che manifesta la convinzione di essere davanti a qualcuno di meraviglioso che si percepisce in tutta la sua regalità.

Che cosa ha da dire a noi questo racconto della venuta dei Magi a Betlemme? Tantissime cose, ma ne sottolineiamo solo alcune. A parte il fatto che essi rappresentano tutte le genti giunte da lontano per riconoscere nel bimbo che giace nella mangiatoia il Salvatore del mondo, i Magi ci ricordano che non basta sapere dove è nato Dio tra gli uomini. Se lo si vuole davvero incontrare, se lo si vuole riconoscere come tale, se si vuole vedere “dove” si trova Colui che è nato, bisogna accettare la fatica di un cammino fatto di luci e ombre, di ricerca e di riflessione, di gioia e di dolore, di dubbi e domande, di insicurezza e di speranza. Bisogna lasciarsi guidare da una stella. Chi volesse percorrere una scorciatoia, rischierebbe grandi delusioni. O, peggio ancora, rischierebbe di diventare come Erode, egoista fino al punto da voler uccidere un bimbo appena nato che non è venuto a sottrargli niente; oppure come i sacerdoti e gli scribi, che mettono il loro minuzioso sapere al servizio del suo progetto di morte, senza avvertire minimamente l’arrivo del tempo del messia tanto atteso e senza dare il minimo credito al segno dei misteriosi uomini venuti da lontano per onorarlo. La fede è un affare da vivere/soffrire in prima persona. Altrimenti rischia di diventare un grande auto-inganno per tutti coloro che pensano di conoscere le cose di Dio.

4 Comments

  1. Mi stupisce molto l’ atteggiamento di questi “stranieri” studiosi del cielo, probabilmente colti e forse ricchi, che non trascurano affatto i “segni”. La loro felicità nel rivedere la stella che stavano seguendo mi ha colpito. Di fronte a Gesù bambino si sono ritrovati tutti: pastori senza ricchezze materiali, gente colta e in “ricerca”…..alla base l’ umiltà di ammettere che non si può possedere tutto né come conoscenze, né come beni materiali ma se si mettono ai piedi di Gesù le nostre cose si è certi che verranno moltiplicate.
    E l’altro aspetto che ho imparato grazie a te, dGiacomo, ad apprezzare è la grandezza nella “piccolezza” di Gesù e in tutti coloro che lo riflettono.
    Nessun’altra parola, solo silenzio per contemplare il mistero di un Dio che si concede in tutto e per tutto, a tutti.
    A noi poi la scelta di accogliere questo infinito dono

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    1. Bello pensare ai Magi come persone anche colte e ricche che se mosse da onesta ricerca incontrano come tutti il Signore…Lui è venuto per tutti, è vero, purché ci si apra la segno di Dio presente nel bambino povero e umile della mangiatoia…grazie Chiara!

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  2. Esta vez escribo porque ​esta meditación ​me ​ha tocado muy profundamente, en realidad la mayoría de veces tocan mi corazón, pero soy tímida en escribir. Un gracias infinitamente grande por tus meditaciones que ​nos conducen​ siempre a lo esencial.​​ “​Non ​basta sapere dove è nato Dio tra gli uomini. Se lo si vuole davvero incontrare, se lo si vuole riconoscere come tale, se si vuole vedere “dove” si trova Colui che è nato, bisogna accettare la fatica di un cammino…”. ​No es fácil aceptar la fatiga de un camino, quizás es fácil comenzarla​ pero luego cuando a lo largo de ​este recorrido, ​las ​fatigas​, las sombras​, las dudas, los sufrimientos parecieran eternas y además la estrella que seguimos por largos momentos desaparece y no brilla más, entonces el camino se vuelve duro y las dudas intentan borrar la certeza de esa estrella que te hizo caminar, soñar, luchar, amar, vivir… Sí, aunque si estoy verificando que tengo una fe muy débil, me siento en total sintonia de que “La fede è un affare da vivere/soffrire in prima persona​” y me alegra y me reanima tanto saber que en el recorrido de ese camino es cuando lo podemos encontrar, o mejor dicho, lo encontramos. Allí está, en la oscuridad de la noche nace el Rey para iluminar nuestro camino y nace ese gran Rey que también caminaba para buscar un lugar, o sea caminaba Él para encontrar un lugar y camino yo también. Me han consolado tus palabras porque es como si hubiera vivido la escena de la Navidad dentro de mí y ver que los Reyes Magos vienen al lugar “donde” se encontraba el Rey, ese lugar es mi vida, mi camino, un pesebre sucio y pobre, no podía elegir otro lugar creo yo, y ha venido a devolverme la esperanza, a encender la luz que se estaba apagando en medio de mi camino. He aquí mis dones a mi Rey: mi pobreza, mis miedos, mi realidad. Gracias Giacomo por tus palabras que me han devuelto las fuerzas para seguir caminando.

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  3. ..Ti lodino i popoli, Dio,
    ti lodino i popoli tutti.
    La terra ha dato il suo frutto.
    Ci benedica Dio, il nostro Dio,
    ci benedica Dio
    e lo temono tutti i confini della terra. Sal 67,6-8

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